Tredici alberi di leccio. Uno per ogni ragazza rimasta vittima lo scorso 20 marzo in Catalogna quando un bus, che trasportava studentesse Erasmus provenienti da tutta Europa, uscì di strada per un colpo di sonno dell’autista. In occasione della Giornata mondiale della Terra, il 22 aprile a villa Borghese sono state interrate 13 piante per commemorare le ragazze scomparse: di queste, 9 erano italiane. Tra loro, anche Elisa Scarascia Mugnozza, studentessa di Medicina e Psichiatria della Sapienza. Alla cerimonia di piantumazione, erano presenti amici e parenti di Elisa, tra cui suo zio Gabriele, prorettore dell’Università La Sapienza. Quest’ultimo, insieme all’europarlamentare Silvia Costa, ha anche scoperto una targa commemorativa in onore della nipote e delle altre ragazze.
Entrambi, hanno voluto sottolineare come “anche in un momenti di dolore e commozione come questo”, sia necessario ribadire l’importanza “dell’Erasmus come grande progetto per le nuove generazioni”.
Il leccio è una pianta mediterranea antichissima, le cui ghiande, dolci e commestibili, erano molto apprezzate fino ai tempi più remoti. Servivano infatti per la preparazione del pane di quercia.Il leccio fu considerato da diversi popoli, Etruschi e Romani, albero felice o divinatorio. Infatti molte foreste di leccio come quella di Monteluco costituirono luoghi sacri. Ai tempi di Roma si credeva che il leccio fosse una pianta oracolare perché attira i fulmini. Infatti a Roma sul Vaticano, soprannominato il colle degli indovini c’era il leccio più antico della città in cui c’era una iscrizione in bronzo etrusca. Ma poi fu considerato un albero adatto ai funerali, perché il bosco di lecci ispirava un aria triste.