Secondo le istruzioni dell’Inps, i pensionati residenti all’estero devono completare ogni anno l’autodichiarazione di esistenza in vita. E dunque: «Il sottoscritto… nato… residente… consapevole delle sanzioni penali previste per il caso di dichiarazione non veritiera, così come stabilito dall’articolo 76 del decreto 445 del 2000, dichiara di essere tuttora vivente…». Al di là della scaramanzia, è un modulo paradossale. Se lo scrivente dichiara il falso, significa che vivo non era, cioè che era morto. Ma se era morto, a chi si applicano le sanzioni penali sulle dichiarazioni non veritiere? Forse si notificano via fax metafisico nell’aldilà?
La mitica Pec
Convegni, forum, pubblicità: ci hanno riempito la testa con la necessaria digitalizzazione della pubblica amministrazione, che ha come scheletro la posta elettronica certificata. Rappresenta la garanzia di aver inviato una e-mail da cui discende la possibilità di attribuirle ogni valore legale (come una raccomandata postale). Ma per mandare e ricevere queste e-mail con valore di comunicazioni ufficiali alla pubblica amministrazione occorre una casella di posta elettronica abilitata, speciale. E come si fa a ottenerla? Incredibile: con modulo cartaceo, se del caso corredato di copia del documento di identità e con firma autenticata. Per attivare una procedura tutta informatica, non basterebbe un atto informatico?
Le imposte «semplici»
Tasse, maledette tasse. Agenzia delle Entrate, Equitalia e gabellieri vari hanno predisposto una serie infinita di moduli per agevolare (dicono) il contribuente. Basta un modulo e ogni istanza può essere presa in considerazione. Peccato che per compilare l’apposito modulo serva una laurea in diritto tributario. Se non un master. Un esempio per tutti. La dichiarazione Iva 2015. Un modulo di 15 pagine, diviso in 18 quadri (da «VA» a «VZ» e relative «sezioni») che necessita di 98 pagine di istruzioni alla compilazione. Una media di sei pagine e mezza di istruzioni per ogni pagina di modulo da compilare! Un test di intelligenza? Ma anche nei casi in cui la pubblica amministrazione cerca di semplificarci la vita sono comunque necessarie 100 pagine di istruzioni. E’ il caso del 730 precompilato, novità del governo Renzi propagandata come semplificazione.
Equitalia
Se poi si hanno problemi a pagare le tasse, la modulistica si complica ulteriormente. Consideriamo le richieste di rateizzazione da sottoporre a Equitalia. Viene richiesta la allegazione o autocertificazione di Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), Isr (Indicatore della situazione reddituale), «indice di liquidità», «indice alfa»… Tutti dati a cui i comuni mortali accedono con una certa difficoltà, mentre la pubblica amministrazione potrebbe più facilmente ricavarli dall’incrocio delle banche dati. Eppure si continuano a preferire i cari, vecchi moduli. (fonte: La Stampa)