“La scuola di Madrid non ha perso prestigio”

È stato tirato in ballo con una lettera dei rappresentanti di classe, inviata anche alla nostra redazione e pubblicata nei giorni scorsi leggi. Cosimo Guarino (nella foto), da cinque anni dirigente scolastico della Scuola italiana di Madrid, considera “ingiuste” le accuse che vengono mosse alla sua gestione e a Infoitaliaspagna spiega perché “il lavoro di questi anni è stato sempre rispettoso della normativa, della correttezza”.

Professore, la scuola italiana di Madrid ha perso credito e autorevolezza?

“Il prestigio della nostra scuola è testimoniato dai risultati ottenuti dai nostri studenti. Quest’anno, nella prova di esame di Stato conclusiva del ciclo, dopo 14 anni di permanenza nell’istituto, abbiamo ottenuto una media dei voti dell’82,7 che è superiore alla media nazionale e quattro valutazioni con 100, con i complimenti della Commissione arrivata da Parigi”.

I ragazzi studiano e ottengono risultati, ma è vero che il loro numero è diminuito?

“Neanche questo è vero, anche l’Ambasciata ci aveva chiesto spiegazioni per i 25 ragazzi in meno rispetto agli anni passati, ma molti di coloro che iscrivono i figli alla scuola italiana poi hanno incarichi in altri Paesi e si spostano. Per il prossimo anno abbiamo un aumento delle iscrizioni, non una diminuzione. Abbiamo riempito tutte le classi. Alla data del 1 luglio, le iscrizioni effettive, sono 799.  Erano 762 nel passato anno scolastico, 768 nel 2013/2014, 794 nel 2010/2011”.

Tra le iniziative che vengono auspicate dai rappresentanti di classe, ci sono l’inserimento della scuola nei programmi di autovalutazione, diversificazione degli indirizzi di studio, un servizio di orientamento universitario.

“Sulla diversificazione degli indirizzi di studio i genitori hanno ragione, però lo decide il collegio dei docenti non il preside. L’ultimo anno noi abbiamo tre sezioni molto richieste. Dalla media al liceo i ragazzi non hanno molte scelte, il liceo scientifico è l’unica scuola presente qui sul territorio; avevo proposto anche un linguistico visto che la nostra scuola di base è bilingue, e uno scientifico tecnologico senza il latino. Il collegio docenti ha deciso di parlarne in altro momento, credo nell’ottobre prossimo.

Cosa può dire ai genitori che non sono soddisfatti?

“Che valuteremo un’alternativa al liceo scientifico, dovremo fare degli studi di settore. Non voglio promettere cose che non posso mantenere. Nel prossimo collegio docenti di ottobre presenterò una documentazione dettagliata e affronteremo la questione”.

E sul tema dell’autovalutazione?

“Noi la facciamo. Mi meraviglio che i genitori non lo sappiano. Abbiamo una scuola progettuale al massimo, basta guardare il sito su ‘progetti didattici’, siamo forse la scuola più progettuale al mondo”.

Resta l’interrogativo sul servizio universitario che non sarebbe adeguato.

“Noi abbiamo dei corsi di selettività all’Università spagnola che non raggiungono il livello ottimale perché i ragazzi non li frequentano assiduamente, molto presi dai loro studi.  Quindi i risultati non sono sempre brillanti. Abbiamo allora deciso di aprire questi corsi all’interno della scuola, con il sostegno delle famiglie. Invitiamo docenti universitari a parlare di corsi, lo facciamo da tempo”.

Quindi fate a sufficienza.

“L’orientamento più originale è quello fatto da ex studenti della scuola italiana che vengono a parlare ai ragazzi dell’ultimo anno delle difficoltà che incontrano in ambito universitario, nel primo anno. Un contatto giovane-giovane che funziona molto”.

Affrontiamo un altro argomento, la gestione della Cassa scolastica finita pure sotto la lente d’ingrandimento…

“I bilanci sono pubblici, prima che arrivassi io il bilancio veniva fatto su due fogli di carta, ora su venti pagine dettagliate. I bilanci dei consigli di amministrazione sono pure pubblicati, registrati virgola per virgola dai verbali, da cinque anni. Purtroppo, questa è una nota amara, lo Stato italiano ci fornisce solo gli stipendi dei docenti, del sottoscritto e del segretario. Tutto il resto, riscaldamento, manutenzione, pulizia locali, tutte le voci fornite in Italia da Comune e Regione, qui sono possibili solo grazie al contributo dei genitori, che ringrazio”.

Il professor Guarino con, da sinistra, l’Ambasciatore Sebastiani e il presidente della CCIS, Pizzi

Quanto costa frequentare la scuola italiana?

“Dai 960 euro annuali per la Primaria ai 1.220 per il Liceo, dipende dal ciclo di studi. Con questa cifra offriamo psicologi da noi tutti giorni, un medico tutte le mattine, tre insegnanti di sostegno, un esperto di educazione motoria per la Primaria, così pure uno di educazione musicale, la mensa, il bonus per gli stupendi meritevoli, l’aiuto ai viaggi e molto altro ancora”.

Stando alle sue parole, la Scuola funziona benissimo. Allora perché questo malcontento, perché questa lettera che l’attacca anche personalmente?

“Le radici sono profonde e lontane. Due anni fa il Ministero decise di non accettare più i supplenti territoriali, creando ovviamente una discriminazione fortissima tra insegnanti profondamente inseriti sul territorio e con progetti pomeridiani che offrivano attività ricreative e sportive molto soddisfacenti, molto gradite ai genitori. Dell’allontanamento di questi insegnanti sono stato incolpato, perché non li avrei difesi. La decisione invece era ministeriale e ho dovuto affrontare sette processi, perdendo le cause perché i docenti avevano ragione nei confronti dello Stato italiano, che ha pagato tante cause. Altro malcontento è stato l’orario. Dallo scorso anno noi dirigenti delle scuole italiane all’estero abbiamo dovuto affrontare il problema dell’ora di lezione di 60 minuti imposto dal Ministero, quindi ogni giorno dalle 8 e 15 alle 15 e 15; ho spiegato ai genitori le ragioni, ma l’accusa è che non sono riuscito a gestire un orario non imposto da me”.

Un commento rapidissimo sulla riforma in atto nella Scuola italiana.

“Ci sono cose buone e altre no. Andiamo verso una scuola più moderna, anche più laboratoriale, più vicina al mondo del lavoro. Non mi piace la figura del preside che può scegliere i docenti, ci pone in una situazione ingiusta e odiosa”.  (pfr)

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