Quando si parla di inesattezze, di articoli, libri, scritti senza conoscere bene ciò di cui si parla. In ¿Por qué Beatrice Borromeo es una ‘it girl’ y Carlota Casiraghi no? pubblicato su El Mundo, discorrendo di “It girls”, ovvero delle ragazze “social”
del momento, icone di stile e muse della moda contemporanea, si riporta quanto il giornalista valenciano Vicente Gallart nel suo libro Irresistibles. 100 años de it girls en la moda sostiene a proposito di Beatrice Borromeo. “El buen gusto y la elegancia le vienen de familia, no de haberse casado con Pierre Casiraghi. Su abuela es la condesa Marta Marzotto, una reputada aristócrata que ha trabajado de estilista y es propietaria de los grandes almacenes italianos La Rinascente, así como para firmas como Valentino”. Allora. Marta Vacondio, nata ad Albinea (Reggio Emilia) nel 1931, sposò Umberto Marzotto quando era “mannequin volante” (come lei stessa si definì), ebbe cinque figli, divorziò dall’industriale (uno degli eredi dell’omonima e celebre azienda tessile di Valdagno), ebbe un grande amore con
Renato Guttuso che la ritrasse in tantissime sue opere. Marta negli anni diventò, lei sì, un’icona: musa inquieta, stilista, animatrice culturale a partire dal suo famosissimo salotto romano, opinionista, sempre piena di vita ma senza dimenticare le sue umili origini di mondina e di quando raccoglieva rane la sera per venderle al mercato (come raccontò al giornalista Stefano Lorenzetto per Panorama nel 2011) . Altro che aristocratica! E i fratelli Marzotto (soprannominati “i conti correnti, un doppio senso legato alla situazione patrimoniale e alla passione per le gare automobilistiche”) discendono da una famiglia di recente nobiltà: Gaetano ottenne il tiolo nel 1939 dal Governo Mussolini. (pfr)