Stanno nascendo piccole produzioni di gin, in Italia come in Spagna, con aromi mediterranei nella miscela di erbe, spezie, bacche di ginepro, piante e radici (i cosiddetti botanicals), aggiunta al fermentato di frumento ed orzo. Bruno Pilzer, distillatore di grappe del territorio dal 1957, ha cominciato a pensare al gin che ha chiamato Gin Pilz (fungo in tedesco). ”Io sono nato con la grappa – racconta Pilzer – e in Val di Cembra c’è una lunga tradizione di distilleria. Non vogliamo tradire le nostre origini. Anzi, nella nostra ricetta il grosso arriva dai boschi trentini e l’acqua è di qualità essendo delle Dolomiti. In distilleria inoltre la produzione di gin e di grappa vanno d’accordo perché in gin si può fare in qualunque momento, a prescindere dall’arrivo di vinacce, e così occupiamo lo stabilimento in più periodi”. Anche in Veneto, nell’altopiano di Asiago, la distilleria storica della famiglia Poli si sta cimentando col gin, producendo artigianalmente il Marconi 46 da un’infusione di bacche di ginepro, uva moscato, pino mugo, pino cembro, menta, cardamomo e coriandolo. Mentre l’altoatesino Roner crea un ponte tra le Alpi e il Mediterraneo col suo gin, lo Z44, dove le pigne incontrano i fiori d’arancio. Prende invece il simbolo di Madrid, l’orso, Ginbear, il gin tonic 100% madrileño messo a punto da Javier Pulido, Master of Spirits e docente alla scuola “Alambique de Santa Marta”. ”Mi piace molto il gin – dice il giovane produttore spagnolo – anche se in giro c’è molta porcheria. Per dimostrare che si può lavorare bene un prodotto sempre più richiesto per i cocktail raccogliamo a mano la frutta, e utilizziamo solo alcol di alta qualità rettificato al 96% per poi distillare in alambicchi di rame. In macerazione vanno circa 20 ingredienti che spaziano dalla spezie alla frutta locale. Ma il segreto è il riposo, minimo un mese per far unire gli aromi. La Spagna – sottolinea Pulido – è il primo Paese al modo per consumo di gin tonic, il terzo per consumo di solo gin. Le nostre prime 6mila bottiglie, uscite a gennaio 2015, sono ricche di aroma mediterranei. E questo piace ai consumatori ma anche ad altri produttori di alcolici, al punto da registrare il sold out nei corsi per produrre gin. I più interessati, i sudamericani”. Fonte: Ansa Terra&Gusto