Venissa e Venezia Nativa: vino, oro, vetro

di Claudia Farina

La tenuta Venissa

Vino, oro, vetro: l’etichetta è una preziosa foglia d’oro sottilissima fusa su vetro di Murano, a vestire un grande vino bianco nato da un terroir unico al mondo: Venezia e il suo mare. Si chiama Venissa – l’Oro liquido della Venezia Nativa – questo top da collezione, di cui è disponibile  la prima esclusiva produzione: 4880 bottiglie, 88 Magnum e 88 Jeroboam. Poetico il nome: deriva dal verso che Andrea Zanzotto dedica a “Venessia, Venissa, Venusia”. Il prezioso vino bianco  proviene dall’omonima tenuta nell’isola lagunare di Mazzorbo dove a settembre 2010, per la prima volta, si è vendemmiato in un vigneto d’antico lignaggio. A Venissa è stato riscoperto e reimpiantato il vitigno Dorona, un veneziano a bacca bianca, riportato in auge da imprenditori dell’ enologia come Bisol, a capo di una prestigiosa cantina del Prosecco e del Cartizze (il Prosecco Bisol  Belstar  è in vendita anche in Spagna, presso l’Enoteca d’Italia in Calle Roger de Flor 135, a Barcellona).  E’ la rinascita dell’Uva d’oro, autoctona uva del Veneto, conosciuta fin dal ‘400, un tempo prodotta in tutta la laguna e rimasta in quantità residuale nell’isola di Sant’Erasmo. Con il fiorire di Venissa, ancora una volta sono state vinte la salsedine, le maree, l’acqua alta, sfruttando al massimo le caratteristiche straordinarie della terra lagunare per realizzare giardini, vigneti, frutteti, orti: qui, grazie alla salinità e all’eccezionale microclima, non vi sono parassiti.

Viti sul Canal Grande

La presenza della vite è documentata perfino nella zona di Piazza San Marco e del Canal Grande e la toponomastica cita luoghi come San Francesco della Vigna e Le Vignole, mentre resti di vigne murate si trovano intutte le isole lagunari. Se la tenuta Venissa è un esempio emblematico di vigneti del Veneto restaurati e riqualificati, la tradizione veneziana di ospitalità è ribadita dalla nuova creazione a Mazzorbo di orti, peschiera con fauna ittica, ristorante e un ostello di Charme. Deliziosa la spiaggetta di ostriche che sorge appena fuori le mura di Venissa. L’ isola di Mazzorbo, gemella di Burano a cui è collegata da un ponte in legno, si è trasformata in una vera e propria oasi enogastronomica, come illustra Venezia in cucina, il libro dedicato ai sapori di Venezia ed, in particolare, alla tradizione culinaria della Venezia Nativa, il magico arcipelago che comprende Burano, Torcello e Mazzorbo.

Il buongusto veneziano

Il volume, che si apre con la prefazione di Gianluca Bisol ed è arricchito dalle raffinate fotografie del francese Laurant Grandadam, è il primo ricettario sul buongusto ed il buon vivere della Venezia Nativa e propone le ricette degli Chef dei ristoranti più rinomati delle tre isole, fra cui Rivarosa, Da Romano e Gatto nero a Burano ed il neostellato Venissa a Mazzorbo.“Fin da quando ho iniziato a investire a Venissa e a fare rete nel territorio, desideravo valorizzare le unicità di queste isole emozionanti, di cui mi sono perdutamente innamorato – spiega Gianluca Bisol,   direttore dell’omonima azienda  di Valdobbiadene, che ha recuperato l’antica tenuta di Mazzorbo -.  Ho così selezionato due brave ed appassionate ricercatrici per riscoprire le autentiche ricette che fanno capo   al patrimonio enogastronomico di Venezia Nativa”. Dal risotto di Gò alle moeche fritte al baccalà mantecato, le autrici Cinzia Armanini ed Alberta Magris fanno riscoprire l’autentica cucina lagunare della tradizione, svelando curiosità e segreti di questa Venezia meno conosciuta, ricca di storia e interessanti contaminazioni culturali. La necessità di conservare il cibo durante i lunghi viaggi per mare e i fortissimi legami con l’Oriente, da cui Venezia ha importato l’utilizzo delle spezie, hanno contribuito all’identità di sapori unici.

Torcello Burano Mazzorbo

La   “prima”Venezia è nata in questo arcipelago. Torcello è uno dei più antichi e prosperi insediamenti della laguna: qui sorgono la basilica di Santa Maria Assunta, risalente al 639, ed il leggendario Trono di Attila. Burano, l’isola del merletto, è un gioiello culturale: famosa per l’antico Campanil Storto e le case colorate, Burano conquista per la sua atmosfera serena, intima ed emozionante.  Attraversando a piedi il caratteristico ponte di legno, con vista su San Marco, si raggiunge Mazzorbo: l’isola era anticamente denominata Maiurbium (da Magna Urbs, città maggiore), a testimonianza dell’importanza culturale e commerciale avuta dall’isola in passato. Mazzorbo ospita la Chiesa di S.Caterina, raffinata costruzione del XIII secolo, e l’antica Tenuta Venissa, Parco Agricolo Ambientale ristrutturato da Bisol, vincitore nel 2007 del bando indetto dal Comune di Venezia, proprietario della Tenuta.

Molti gli scrittori affascinati da questa parte di laguna, descritta in memorabili pagine da George Sand, Henry James, Hernest Hemingway e Diego Valeri.

Il libro è acquistabile anche online nel sito www.sime-books.com

Info www.venissa.it; www.bisol.it

 

 

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