L’ascensore di Casa Batllò, scultura arrivata a Palermo

L’ascensore-di-Casa-BatllòLa cabina dell’ascensore di Casa Batllò, del catalano Antoni Gaudì e costruzione emblematica dell’Art Noveau, si troverebbe a Palermo. Un viaggio avvolto dal mistero, quello che “l’ascensore di Gaudì” ha compiuto molti anni or sono da ascensoreCasaBatlloBarcellona a Palermo, lasciando l’edificio che si affaccia sul Paseo de Gracìa e arrivando molto probabilmente via mare, da porto a porto. Una presenza che adesso viene svelata in occasione della vendita della preziosa creazione, una vera e propria scultura in legno di mogano e vetri policromi, simile ad una torretta, tripudio di linee sinuose e motivi floreali, composti secondo un disegno di grande bellezza che denota libertà d’invenzione e mano sicura. Ma come arriva la cabina ascensore da Barcellona a Palermo, e come mai, per tutti questi anni, nessuno è stato a conoscenza della sua presenza? Rimasta chiusa per molti decenni in una casa privata, la cabina lignea viene venduta pochi mesi fa: in questa occasione, il collezionista palermitano che ne diviene proprietario chiama, per visionare l’opera, Andrea Speziali, giovane studioso romagnolo considerato tra i massimi esperti del Liberty; il quale, arriva in Sicilia, visiona con grande sorpresa il prezioso manufatto e infine, consultando numerosi archivi e visionando migliaia di immagini, e con il conforto di studiosi spagnoli esperti dell’opera di Gaudì, giunge alla conclusione che si tratta proprio della cabina dell’ascensore che si trovava a Casa Batllò. Non sono state ancora rintracciate fotografie dell’epoca, ma le misure della cabina ascensore corrispondono perfettamente allo spazio del vano dell’edificio barcellonese e i materiali- legno e vetri policromi- sono perfettamente in linea con quanto adoperato da Gaudì, oltre ad essere del medesimo segno artistico.

xvisita-combinada.jpg.pagespeed.ic.f1zJ3PWa9ZDurante il periodo franchista, un imprenditore spagnolo, che ha legami con Palermo, dove ha una casa, riceve l’incarico di realizzare dei lavori e sostituire l’ascensore, dichiarato fuori norma. Occorre sostituirlo, con quello molto più semplice che oggi è dentro l’edificio spagnolo e che appare lontano dallo splendore di quello che oggi si trova a Palermo. A raccontare la storia di questo singolare viaggio è il figlio dell’imprenditore, che vive a Palermo, ma vuol rimanere anonimo, come del resto il facoltoso collezionista che da lui ha acquistato la cabina ascensore; e che ha ricordi- a quel tempo era molto piccolo- del padre impegnato con le sue imprese edili a Barcellona, far la spola tra la Spagna e Palermo. Fino all’arrivo, nella casa di famiglia, di questo grande, misterioso e bellissimo oggetto. L’ascensore di Gaudì rimane nella sua casa, custodito ma non conosciuto; finché, solo pochi mesi fa, il proprietario decide di proporlo in vendita, e contatta un collezionista. Il momento dell’ expertis e svela questa straordinaria presenza d’arte in città. Andrea Speziali racconta quali elementi lo abbiano indirizzato verso questa importante attribuzione: «I vetri soffiati, l’andamento segnico-coloristico delle decorazioni e le giunture sono le medesime che si trovano nella casa progettata da Gaudì. Uguali anche il legno, lo stesso di finestre e porte, così come i metalli utilizzati per le maniglie. E ancora, le misure della cabina, considerando lo spessore d’incastro della sua base destinato a livellare la cabina al pavimento. Quando il direttore e i funzionari di Casa Batllò sono venuti a conoscenza della cabina, hanno visto le foto e sono rimasti sorpresi dalla sua bellezza». Ma tra qualche tempo, l’ascensore-gioiello non sarà più a Palermo, destinato a una nuova collocazione in una casa del collezionista, a Matera. «Sarebbe bello esporre la cabina per qualche giorno dice Speziali- per celebrare il Liberty che caratterizza molta dell’architettura di Palermo». (fonte: la Repubblica)

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