Rischi per i minori: Internet, furti d’identità digitale e Cyberbullismo

Marco_Valerio_Cervellini_Cyberbullismo_ Vivere_sani_Vivere_bene_2015ferri3_bigInternet e i social media fanno bene o fanno male ai ragazzi? Alla rassegna «Vivere sani, Vivere bene 2015», organizzata dalla Fondazione Zoé (Zambon Open Education,

Marco Valerio Cervellini, il dirigente della Polizia Postale che da anni è impegnato in un programma di educazione pubblica

Marco Valerio Cervellini, il dirigente della Polizia Postale che da anni è impegnato in un programma di educazione pubblica

 

nata nel 2008 per volontà della famiglia Zambon dell’omonimo gruppo chimico-farmaceutico presente anche in Spagna), ha parlato Marco Valerio Cervellini, il dirigente della Polizia Postale che da anni è impegnato in un programma di educazione pubblica su come usare correttamente uno strumento tanto straordinario quanto pieno di insidie. Cervellini ha avuto un incontro con genitori di ragazzi pre-adolescenti e adolescenti, per aiutarli a insegnare ai propri figli a gestire con serenità e consapevolezza la relazione con la rete e le sue zone oscure, dal cyberbullismo, alle frodi, alle molestie sessuali. I rischi, avverte Cervellini, sono molto più gravi di quelli che molti genitori possono immaginare: «Essere adescati da sconosciuti è uno dei rischi più diffusi, ci sono casi già nelle scuole elementari. Tra i più recenti: bambini di 8 anni vittima di ragazzi di 17-18. I ragazzi, dopo aver studiato i profili dei piccoli, privi di impostazioni di sicurezza, ne hanno realizzati di analoghi. Quindi li hanno contattati, chiesto l’amicizia e lavorato per costruire un rapporto fittizio, fino a farsi inviare il numero telefonico. La conversazione è passata dai social network a WhatsApp up fino a messaggi con invio di immagini: alcuni bambini sono stati convinti a inviare foto in cui comparivano nudi. Ma sono frequenti anche i casi di violazione della privacy con pubblicazione di foto, video, nativi-1_erdati personali in spazi web equivoci e furti d’identità digitale». Cyberbullismo è un altro tema spesso al centro delle cronache: «Per un “nativo digitale” – spiega il dirigente della Polizia postale – Internet equivale al mondo reale ed essere escluso, ad esempio, da una chat è come essere cacciato dal gruppo del muretto. È una forma di bullismo più grave rispetto a quella tradizionale, perché non si ha davanti fisicamente la vittima e non ci si rende conto del male che le si sta facendo e la persecuzione diventa sempre più dura». Per questo è particolarmente importante la prevenzione: «Alcuni genitori – continua Cervellini – non realizzano che i bambini e i ragazzi, davanti a un pc o con lo smartphone sempre in mano, corrono rischi reali. Sono loro, talvolta, ad aprire un profilo su internet ai figli. Abbiamo notato che da quando, come polizia postale, andiamo nelle scuole e parliamo di rischi, pericoli, comportamenti da evitare quando si naviga, i ragazzi cominciano a trovare il coraggio di denunciare le violenze legate al cyberbullismo senza vergognarsi. Per questo motivo le denunce cominciano ad aumentate in modo vertiginoso».

 

 

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