L’incontro dei giovani a Valencia, in mille dall’Italia

L’incontro_dei_giovani_a_Valencia_in_mille_dall_ItaliaÈ iniziato  il 28 dicembre a Valencia il 38° Incontro europeo dei giovani che si concluderà il prossimo primo gennaio. L’evento, promosso dalla Comunità ecumenica di Taizé, riunisce diverse decine di migliaia di giovani tra i 17 e i 35 anni L’incontro_dei_giovani_a_Valencia_in_mille_dall_Italiain una nuova tappa del “pellegrinaggio di fiducia sulla terra”, iniziato da Frère Roger alla fine degli anni 70. Il gruppo più numeroso proviene dalla Polonia con 3mila giovani. Seguono Ucraina (2.000), Germania (1.500), Francia (1.500) e Italia (1.000). In un messaggio inviato ai 30mila giovani riuniti a Valencia, Papa Francesco esorta le nuove generazioni a diventare “oasi di misericordia” in particolare “per i numerosi migranti che hanno così bisogno di essere accolti”. Ai giovani di Taizé sono arrivati messaggi da tutti i leader delle Chiese cristiane.

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Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, ricorda che “l’anno appena concluso è stato scosso dall’odio”. “Il terrorismo – aggiunge – si combatte cambiando lo sguardo dei nostri occhi verso gli altri e rispondendo alla paura con l’amore”. L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, leader spirituale della Comunione anglicana, augura ai giovani di essere “segno di speranza” per l’umanità. “Possano i giovani – sottolinea – scoprire il perdono e la comunione per rafforzare la loro fiducia cristiana ed essere testimoni al servizio nel mondo”. Cinque sono le proposte che la comunità di Taizé offre ai giovani per vivere «il coraggio della Misericordia». La prima è «affidarci a Dio che è Misericordia». La seconda è «perdonare sempre e ancora». La terza: avvicinarsi «da soli o insieme ad altri, a una situazione di difficoltà». C’è poi la richiesta di «espandere la misericordia alle sue dimensioni sociali», in particolare a coloro, «donne, uomini e bambini che sono costretti ad abbandonare la loro terra». «Prendiamo coscienza che, se l’afflusso dei rifugiati e dei migranti crea delle difficoltà, può anche creare delle possibilità». E ancora: «Andiamo oltre la paura dello straniero, delle differenze di cultura». «Non è isolandoci dietro a dei muri che faremo diminuire la paura, bensì andando incontro a coloro che ancora non conosciamo». L’ultima proposta è vivere la «Misericordia per tutta la creazione» perché «la terra è la nostra casa comune e oggi essa soffre».

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