Si è conclusa con una sconfitta per lo Sporting Locri la partita che ha visto le ragazze tornare in campo, dopo le pesanti minacce che hanno messo in forse il futuro della squadra femminile di calcio a 5; ma l’importante era giocare, non ritirarsi dal campionato. Lo Sporting Locri è sceso in campo domenica 10 gennaio per affrontare, in un incontro valido per il campionato, le ragazze della Lazio. In campo, l’allenatore spagnolo Willy Lapuente tornato in
Calabria assieme alle tre giocatrici spagnole: il capitano Beita Fernández, 30 anni, di Madrid; María José Soto, 25 anni, di Cadice e il capocannoniere Lioba Bazán, 25 anni, di Zaragoza. Al comando del club però non c’è più il presidente Ferdinando Armeni, oggetto, insieme alla sua famiglia, di minacce anonime. Nel primo biglietto la minaccia era chiara: ” È ora di chiudere questo Sporting Locri. Andate via!”; nel secondo, del 23 dicembre, ancora più incisiva: “Forse non siamo stati chiari. Lo Sporting Locri va chiuso”, con il foglio lasciato in pieno giorno sull’auto di Armeni, parcheggiata a poca distanza dal suo negozio e alla quale era stato anche forato una delle gomme. Assieme al presidente si è dimesso tutto il consiglio direttivo e ora la società è affidata al sindaco Giovanni Calabrese che con altri imprenditori ha ripreso l’attività. “Abbiamo lavorato senza sosta, insieme al Comune di Locri, affinché lo Sporting potesse continuare la sua straordinaria esperienza sportiva”, ha detto il presidente Figc, Carlo Tavecchio che ha poi aggiunto “il nostro obiettivo era creare le condizioni, anche economiche, per far tornare in campo le ragazze il 10 gennaio, ma soprattutto per far finire loro il campionato senza altri traumi. Domenica sarò presente alla partita per portare il nostro contributo concreto e la solidarietà dell’intero mondo del calcio”.