I cappellacci di zucca, piatto simbolo della cucina ferrarese, diventano la 43esima “ricetta” tutelata dell’Emilia-Romagna. La pasta ripiena della corte estense ha infatti ottenuto da Bruxelles il riconoscimento Igp, che rafforza il primato italiano ed europeo della via Emilia. Tra Dop e Igp la regione esprime oggi un valore alla produzione di oltre 2,5 miliardi di euro, il 40% del dato nazionale, il 15% di quello comunitario. Il segreto è la “zucca violina”, gialla, dolce e soda, tipica della pianura ferrarese. La polpa cotta al forno e arricchita di noce moscata, uovo, parmigiano, sale e pepe diventa il ripieno di una sfoglia tirata a mano che circola sulle tavole ferraresi fin dal Rinascimento. La prima ricetta scritta dei “caplaz” (dal cappello di paglia a tesa larga dei contadini) risale al 1584 ed è di Giovanni Battista Rossetti, cuoco della corte di Alfonso II d’Este. Ma allora nell’impasto di zucca si trovavano anche zenzero e cannella, spariti nel tempo per avvicinarsi ai gusti popolari. E spariti pure dal regolamento pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale Ue . «Un ulteriore, importante riconoscimento che ci rende orgogliosi, con il quale la nostra regione rafforza il suo primato.
È un risultato che nasce da una grande agricoltura e dal saper fare dei nostri produttori e che rafforza la reputazione dell’agroalimentare emiliano-romagnolo nel mondo», commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli. Il paniere delle Dop e Igp emiliano-romagnole sale dunque a 43 – capitanate per valore da Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma Dop, Aceto Balsamico Igp e Mortadella Bologna Igp – su un totale Ue di 1.267 etichette e italiano di 280. Cui si sommano le centinaia di denominazioni dei vini. (fonte: Il Sole 24Ore)
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