Il 36°Premio per la Pace dell’Anue, l’Associazione per le Nazioni Unite in Spagna, è stato conferito martedi 15 marzo a Giusi Nicolini per l’impegno e l’attività svolta come persona e come sindaca di Lampedusa e Linosa in favore dei diritti umani.
La cerimonia si è tenuta al Museo del Mare di Barcellona alla presenza del presidente Anue, Eduard Sagarra, e della presidente della Deputazione di Barcellona, Mercè Conesa. Alla cerimonia ha preso parte anche il console generale d’Italia a Barcellona, Stefano Nicoletti. Il prestigioso riconoscimento, dedicato da Giusi Nicolini ai propri concittadini per quello “che loro fanno ogni giorno in termini di accoglienza ed ospitalità”, è stato occasione di una giornata intensa, piena di interviste e ricca di incontri istituzionali. Al Municipio di Barcellona Giusi Nicolini ha incontrato Ada Colau, sindaca di Barcellona e Spyros Galinòs, sindaco dell’isola greca di Lesbos, che oggi vive la condizione drammatica vissuta da Lampedusa nel 2011. I due sindaci isolani hanno siglato un accordo di amicizia e cooperazione con Barcellona al fine di lavorare insieme in ambiti quali la promozione economica, il turismo, gli sport, la cultura e di promuovere la cooperazione, lo scambio di informazioni e le strategie condivise dinanzi alla crisi europea causata dall’arrivo dei rifugiati e degli immigranti. “Alla comunità di Lesbos va tutta la nostra solidarietà – ha dichiarato Nicolini – Nessuna isola deve più rimanere sola a fronteggiare una emergenza così grande, come è accaduto nel passato per Lampedusa”. “L’Unione europea vuole scaricare sulle nostre spalle il peso di un problema epocale e tutto ciò non è giusto”, ha denunciato il sindaco di Lesbos, isola che oggi ospita 6 mila profughi accampati in attesa di accoglienza europea.“Vogliamo ringraziare e aiutare le isole del Mediterraneo che hanno soccorso e soccorrono migliaia di profughi – ha dichiarato Ada Colau – innanzitutto dichiarandoci pronti a dare accoglienza e sostenendo Lampedusa e Lesbos con azioni e progetti che favoriscono lo sviluppo e il turismo”.
L’idea di Giusi Nicolini e Ada Colau è quella di lanciare un patto per il Mediterraneo a partire dalle municipalità che si affacciano sullo stesso mare comune, dalle istituzioni più vicine ai cittadini, quelle che sono in trincea ad affrontare i flussi migratori e che coltivano progetti di pace, cooperazione, dialogo e di sviluppo tra le diverse sponde del Mediterraneo. “Siamo dalla parte giusta, quella dei diritti umani e della legge del mare – ha dichiarato la sindaca Nicolini – e vogliamo che il Mediterraneo acquisti finalmente centralità nelle politiche comunitarie”. L’ambizione dei tre primi cittadini è di estendere gli obiettivi di cooperazione ad altre municipalità, per costruire una vera e propria rete dei territori costieri ed insulari interessati dalle stesse problematiche e lavorare insieme per indirizzare e riorientare le politiche europee. “Il Mediterraneo rinascerà da qui” è una frase che Ada Colau, entusiasta della partecipazione dei due colleghi, ha pronunciato durante l’incontro preliminare tenutosi a porte chiuse nel suo ufficio.
Dello stesso avviso è il responsabile degli affari esteri della Catalonia Raul Romeva, che assieme a Eduard Sagarra e a Giusi Nicolini ha tenuto nel tardo pomeriggio un dibattito pubblico finalizzato a stemperare e ridimensionare il fenomeno migratorio. “Dobbiamo iniziare dai numeri e capire che non è una invasione – ha asserito Romeva davanti una platea di centinaia di persone – e che la minaccia terroristica vive in seno all’Europa, e non arriva dal mare”. Stessa lunghezza d’onda di Giusi Nicolini, che nel corso della giornata ha spiegato due fondamentali risultati raggiunti a Lampedusa: il superamento della logica emergenziale e il miglioramento delle condizioni di accoglienza e della sicurezza per residenti e turisti. “A Lampedusa non abbiamo paura ne’ dei migranti né di presunte infiltrazioni terroristiche, perché quando arrivano li guardiamo negli occhi e sappiamo chi sono e cosa hanno provato. Abbiamo semmai paura delle politiche che condannano le isole ad un destino di frontiera” – ha dichiarato nel suo intervento Nicolini – “Le mie isole sono in netta ripresa turistica ed economica, e questo dimostra che aiutare i profughi non è necessariamente causa di crisi economiche e sociali”. L’esito della giornata è quindi stato il condiviso intento di cooperare della regione sud della Spagna con Lampedusa e Lesbos – con la volontà di Barcellona di accogliere ben più dei migranti fin qui ricollocati con il lento e inefficace piano europeo – per le esigenze delle due isole e al fine di determinare una nuova politica Mediterranea. (agrigentooggi.it)