“L’export di gas algerino verso l’Italia è improvvisamente più triplicato, tornando ai livelli di tre anni fa e spiazzando forniture concorrenti in arrivo dal Nord. Mosca e Oslo d’altra parte, nonostante il recente passo indietro sul nostro mercato, esportano da mesi volumi record, contribuendo a deprimere i prezzi, già molto bassi, del combustibile. Il tutto proprio mentre in Europa sta arrivando il primo carico di Gnl «made in Usa»: la metaniera Creole Spirit, salpata il 15 aprile dal terminale Sabine Pass di Cheniere, in Louisiana, è attesa a giorni in Portogallo”.
L’analisi, fatta da Il Sole 24 Ore, evidenzia come “l’Algeria sembra essere venuta alla riscossa, sul fronte meridionale dell’Europa: l’export attraverso i gasdotti che la collegano a Italia e Spagna è improvvisamente esploso da inizio aprile, dopo che da anni si era ridotto al lumicino, in modo che sembrava strutturale visti i crescenti consumi interni e il declino dei giacimenti. I dati Snam Rete Gas mostrano arrivi quasi sempre superiori a 50 milioni di mc al giorno, con punte superiori a 62 milioni, un record da 3 anni. La media giornaliera nel 2015 era stata di 19 milioni di mc. In parallelo l’import dalla Russia è sceso fino a un minimo di 46,5 milioni di mc, dai 77 milioni del 1° trimestre, quello dal Nord Europa via Svizzera fino a 6,3 milioni, un terzo rispetto al mese scorso.Il motivo potrebbe essere banale: a fine marzo, spiegano fonti riservate, è scaduta una moratoria di due anni sui take or pay, che i clienti italiani (e forse anche spagnoli) avevano concordato con l’algerina Sonatrach, che a differenza di Gazprom non voleva invece cedere sul fronte dei prezzi. Ora le clausole sono dunque tornate in vigore. Altri esperti aggiungono che, ai valori attuali, gli algerini non hanno convenienza a liquefare il gas, dunque ne inviano maggiori quantità via pipeline”. Leggi l’intero articolo