I lavoratori italiani hanno una preparazione inferiore alla media dell’Unione europea. Secondo lo studio, 70 milioni di europei non possiedono adeguate capacità di lettura e scrittura, e un numero ancora maggiore dispone di scarse competenze matematiche e digitali. Questa situazione “li espone al rischio di disoccupazione, povertà ed esclusione sociale”, sottolinea l’esecutivo. Come se non bastasse molti cittadini europei, in particolare i giovani altamente qualificati, svolgono invece mansioni non corrispondenti al loro talento e alle loro aspirazioni. Per quanto riguarda l’Italia i dati pubblicati da Bruxelles mostrano che gli adulti con basse capacità letterarie sono il 28% della popolazione, contro una media Ue del 20, quelli con scarse competenze matematiche il 32% (Ue 24%) e quelli con basse capacitò digitali addirittura il 57%, ben 16 punti percentuali in più della media comunitaria. Il numero delle persone tra i 30 e i 34 anni con un’istruzione superiore nel nostro Paese è il 24,9% mentre in Europa del 38,5%. Se guardiamo al mondo del lavoro vediamo che c’è anche una grossa difficoltà in Italia a trovare un lavoro per chi le competenze le ha. Le percentuale di chi ce l’ha fatta nell’Ue è di ben l’80,5%, mentre da noi la cifra si ferma ad appena il 52,9%. “Dobbiamo investire di più nelle competenze in Europa. I paesi più competitivi dell’Ue, e del mondo, sono quelli che investono maggiormente nelle competenze, e 70 milioni di europei rischiano di rimanere indietro”, ha chiesto la commissaria al Lavoro, Marianne Thyssen. La Commissione propone 10 iniziative da intraprendere nel corso dei prossimi due anni tra cui: una garanzia per le competenze, per aiutare gli adulti scarsamente qualificati a progredire verso il conseguimento di un titolo di istruzione secondaria superiore; una revisione del quadro europeo delle qualifiche; la “coalizione per le competenze e le occupazioni digitali”, che riunisce Stati membri e parti interessate per sviluppare un ampio bacino di talenti digitali; il “piano per la cooperazione settoriale sulle competenze”, per migliorare l’analisi del fabbisogno di competenze e porre rimedio alla carenza di competenze in settori economici specifici. (fonte: Eunews.it)