Tra i quindici i Paesi dell’Ue dove l’indice di povertà è aumentato in questi anni, l’Italia si trova al quarto posto (+3,2%) dietro a Grecia (+7,6%), Cipro (+5,6%), e Spagna (+4,8%). Complessivamente nella Penisola sono 17,4 milioni gli italiani a rischio povertà o esclusione nel 2015 rispetto ai 15 milioni del 2008. Una persona su sei è a rischio povertà per questa voce, il 17,3% della popolazione: il loro reddito disponibile è inferiore alla soglia di povertà stabilità in quel Paese. Si tratta di un dato (2015) in lieve crescita rispetto al 2014 (17.2%) e in crescita più significativa rispetto al 2008 (16.5%).
I dati più rilevanti riguardano: Romania (25,4%), Lettonia (22,5%), Lituania (22,2%), Spagna (22.1%), Bulgaria (22,1%), Estonia (21.6%), Grecia (21.4%), Italia (19.9%) e Portogallo (19.5%). Quelli messi meglio sono Repubblica Ceca (9,7%), Olanda (12,1%), e Danimarca (12.2%).
Il 10,5% della popolazione under 60 vive in famiglie in cui gli adulti lavorano meno del 20% del loro potenziale. Si tratta del primo calo dal 2008 ad oggi. Grecia, Spagna e Belgio hanno la situazione peggiore.