La crescita dell’energia prodotta da fonti verdi nel 2016 si è limitata a non più di 16,9 terawattora (Twh), su un totale di 952 Twh: data l’esiguità dei numeri, il peso complessivo delle rinnovabili sul mix energetico è rimasto fermo al 29,6 per cento. Il dato emerge da un recente studio pubblicato dai think tank Energiewende e Sandbag dal titolo Energy transition in the power sector in Europe. Ma a che cosa è dovuto il risultato, visto che gli investimenti nella green economy sono comunque
proseguiti? Sostanzialmente a fattori climatici: l’anno scorso, i venti nelle varie regioni europee sono stati mediamente meno intensi e allo stesso tempo si è verificato in minore irraggiamento da parte del sole. In altre parole, a causa delle condizioni meteorologiche, gli impianto eolici e fotovoltaici hanno reso di meno rispetto al 2015. Nella classifica per nazioni, la Germania è al primo posto per produzione complessiva da rinnovabili, mentre la Danimarca è il Paese dove eolico e solare coprono la maggior parte del mix energetico, essendo arrivata stabilmente oltre il 50 per cento del totale (per il 95% eolico).
Per quanto riguarda la produzione, dopo i tedeschi vengono Gran Bretagna, Spagna e Italia. Se ci si limita alla quota di eolico/solare sul mix complessivo, invece, dopo i danesi ci sono Portogallo, Irlanda, Spagna, Germania, Grecia,Gran Bretagna e Italia. Il nostro Paese è l’unico dove il fotovoltaico pesa di più dell’eolico. (fonte: Ansa)