Il 52% degli italiani (il 37% dei cittadini dell’Ue a 27) ritiene che il nostro Paese non abbia tratto vantaggi dalla partecipazione all’Unione europea, contro un 36% (il 54% la media Ue) convinto che dei benefici ci siano stati. E’ uno dei dati dell’indagine Eurobarometro sulla considerazione che gli europei hanno dell’istituzione continentale e da cui emerge più di qualche scetticismo, anche tra i nostri connazionali. Il 41% di questi (contro il 50% della media Ue) ritiene che far parte dell’Ue sia un bene e il 24% (il 17% a livello comunitario) un male, mentre per il 33% non è né un bene né un male ma uno stato di fatto. E il perché di queste risposte lo si capisce saltando a una delle risposte successive, con il 40% degli italiani che ritiene che il nostro Paese abbia un peso all’interno dell’Unione europea contro il 56% che si dice in totale disaccordo con questa affermazione. Dati lontani dalla media Ue: il 62% dei cittadini dei Paesi Ue pensa che il proprio governo abbia voce in capitolo ai tavoli di Bruxelles e Strasburgo. In generale, per gli europei, i due migliori risultati della costruzione europea sono la libera circolazione (56%) e la pace tra gli Stati membri (53%). L’euro si attesta al terzo posto (24%), ma con forti differenze tra l’area euro (31%) e l’area non euro (12%). Segue il programma Erasmus (23%). A livello personale l’Unione europea rappresenta la libertà di viaggiare (42%) e l’euro (33%) come tematiche con connotazione positiva o neutra, ma va osservato che il 25% risponde “la pace”. Due risultati con connotazioni negative raccolgono percentuali significative: per il 27% (ma solo per il 14% degli italiani) l’Ue è uno spreco di denaro, mentre il 24% la associa alla burocrazia. Quanto all’identità i risultati complessivi indicano che esistono differenze significative tra area euro e area non euro. Alla domanda “In un prossimo futuro Lei si vede…?”, gli europei rispondono: nazionale ed europeo 49%, soltanto nazionale 38%, europeo e nazionale 7%, soltanto europeo 3%. Su questo fronte si rilevano marcate differenze tra gli Stati membri. Per esempio, riguardo al sentimento di identità “soltanto nazionale”, i risultati nel Regno Unito raggiungono il 60% rispetto al 33% della risposta “nazionale ed europeo”. Tale sentimento è anche molto sviluppato in Irlanda con il 53% e il 31%, rispettivamente, e a Cipro con il 51% e il 38%. Al contrario, a Malta, il 66% degli intervistati si dichiara “sia nazionale sia europeo” e il 26% “soltanto nazionale”. I risultati sono simili in Slovacchia con il 62% e il 27%, rispettivamente. E gli italiani? Il 29% si vede soltanto nazionale (contro il 36% di giugno 2012), mentre il 53% percepisce la propria identità futura “europea e nazionale”. Solo il 33% degli italiani però si dice “più europeo di prima” rispetto a dieci anni fa contro la media del 44% dell’Ue a 27. Insomma, per far entrare l’Europa nel cuore degli italiani c’è ancora molta strada da fare, se è vero che l’86% si dice attaccato al proprio Paese, il 90% alla propria città e il 50% (ma era il 45% un anno fa) all’Unione europea. (fonte: Notiziario Nove Colonne)