“Un enorme palazzo sul mare che non ha, però, una finestra sul mare”. Ha scelto questa efficace metafora Vittorio Emanuele Parsi, professore di Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica di Milano intervenuto al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Cernobbio per descrivere il “disinteresse” da parte dei paesi del Nord dell’Europa nei confronti di tutto quello sta succedendo al Sud. Un allontanamento che è stato progressivo nonostante il tentativo – fallito – di un avvicinamento. “In questi ultimi tre anni – ha detto – abbiamo assistito ad un potenziale avvicinamento in termini di società tra le due sponde, vanificato dal progressivo allontanamento dei baricentri politici rispettivamente dell’Europa e del mondo arabo”. Per Parsi, che ha ricordato come le “primavere arabe” siano state “un processo rivoluzionario da parte domanda politica che non ha incontrato un’offerta politica corrispondente alla direzione della domanda”, la reazione dell’UE e degli Stati Membri alle “rivolte” ha solo contribuito ad “accentuare la natura continentale, carolingia, baltica dell’Unione”. La crisi economica e finanziaria ha messo inoltre a nudo la “fragilità” dell’Unione Europea riducendo la “capacità d’intervento al di fuori dell’area” e sbilanciando le relazioni interne, tra i paesi forti e robusti, e quelli meno forti e robusti, che guarda caso coincidevano con quelli che si affacciano sul Mediterraneo”. Sempre più lontana, disinteressata e “irrilevante” nelle scelte e nel futuro del Sud “l’Europa – Parsi ha ricordato i fatti del 1920 con la spartizione del levante alla fine della prima guerra mondiale ed il “tradimento” degli inglesi – sembrava il centro del mondo. Aveva dissolto l’impero ottomano e messo la bandiera dei paesi europei a Beirut, Damasco, Gerusalemme, Bagdad. In quello specchio medio-orientale l’Europa ne uscì con una immagine deformata per potenza, poté illudersi di essere più potente che nel ’14 anche se poi si sarebbe resa conto del contrario. La primavere arabe hanno anticipato la nostra perdita di rilevanza e dimostrato che gli europei non sono in grado di condizionare in maniera significativa neppure l’estero vicino così importante per la propria sicurezza”. Secondo Parsi è quindi necessario “ripensare la crucialità della politica mediterranea che sia basata sulla condivisione di opportunità e di sfide”.