Un libro su Maria de Cardona d’ispanica stirpe

“Maria de Cardona, marchesa di Padula, contessa di Avellino e signora di altri feudi, fu mecenate, letterata, rimatrice, cantatrice … Ma chi fu davvero questa signora d’ispanica stirpe imparentata con le grandi famiglie italiche dei Gonzaga, degli Estense, dei Sanseverino, questa fulgida dama che fece palpitare i cuori di tanti poeti che l’agguagliarono alla Selvaggia di Cino da Pistoia, alla Beatrice di Dante e alla Laura di Petrarca, che allietò e impreziosì, come una pietra preziosa nel suo castone, la parte meridiana di quel regno sul quale il sole mai tramontava … questa signora del cui matrimonio con Francesco d’Este volle occuparsi personalmente persino Carlo V?”. Alla domanda, tratta dalla quarta di copertina del libro “La decima musa del Parnaso Maria de Cardona (Editrice Youcanprint, 2012, pagg. 198) ha voluto rispondere l’autore del saggio Emilio Sarli (avvocato e scrittore di Padula, nel Salernitano) delineando la biografia di questa dama rinascimentale (1509-1563) con un’indagine rigorosa ed una analisi approfondita di poemi, panegirici, sonetti, epistole e di ulteriore interessante materiale d’archivio, anche inedito. L’opera, articolata in tre sezioni (Guerre, feudi, corti: vite da Rinascimento; Il governo dei feudi; I cantori di Maria), restituisce ai lettori il profilo elegante e seducente di una signora bella e colta (“occhi lucenti, neri, alquanto lunghetti, vivaci, e pieni di somma letitia”; “voce chiara soave angelica divina”; “dottissima nelle lettere latine e toscane”), poetessa e cantante, feudataria saggia ed apprezzata, celebrata da tanti poeti del tempo, quali Gesualdo, Minturno, Tansillo, Tasso, Lando e gli spagnoli Gutierre de Cetina e Garcilaso de la Vega. In particolare, proprio quest’ultimo, in un sonetto della raccolta Poesia castellana completa, celebrò la de Cardona quale décima moradora de Parnaso, definizione che ha dato il titolo al libro di Sarli.  L’autore ha inquadrato la biografia di Maria, discendente dal casato de Cardona, di origine catalana (il capostipite fu il cavaliere Ramòn Folch, Visconte della Terra di Cardona) e trapiantato nel Regno di Napoli, nel contesto storico e culturale del primo cinquantennio del XVI secolo, segnato dalle sanguinose battaglie tra Francesi e Spagnoli per contendersi i suoli italici e dalla fervida attività culturale di cui furono protagonisti personaggi del calibro di Leonardo, Michelangelo, Machiavelli, Ariosto, Tiziano, Bembo, Baldassare Castiglione. Nell’epoca del perfetto cortigiano e della donna di palazzo, Maria de Cardona interpretò pienamente le virtù femminili della grazia e dell’erudizione, incantando con le movenze fascinose, le rime e il canto le varie corti di Napoli, Ischia, Avellino e Ferrara che ebbe modo di frequentare. Nel libro è riportata, tra le altre curiosità e rarità, la pregevole lettera, scritta da Barcellona nel 1538, con la quale Carlo V consigliava a Maria de Cardona il matrimonio con Francesco D’Este, figlio del Duca di Ferrara Alfonso I e di Lucrezia Borgia; la missiva è sottoscritta dall’Imperatore con un confidenziale Yo el Rey, a testimonianza del rapporto di amicizia e di stima nei confronti della nobildonna e del suo casato sempre fedele alla Corona.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>