“Il 63% delle fecondazioni eterologhe che si effettuano in Spagna vedono coinvolte nostre connazionali. Non si tratta di turismo ma di vera e propria emigrazione riproduttiva”, ha spiegato il direttore dell’Istituto di medicina e biologia della riproduzione Hera di Catania, Antonino Guglielmino, nel corso del Convegno della Società italiana di fertilità e sterilità e medicina della riproduzione (Sifes). Il ‘proibizionismo’ di donazione dei gameti non ha impedito alle italiane la fecondazione eterologa : “Il business che ne deriva è enorme, basti pensare che in Spagna vengono effettuati 52 mila cicli ogni anno, di cui 11 mila di ovodonazione, pratica in vietata in Italia, e ogni fecondazione eterologa costa circa 8 mila euro”, ha proseguito Guglielmino. L’altro aspetto della questione è rappresentato dalla sorte di centinaia di migliaia di gameti femminili il cui utilizzo è stato limitato dall’entrata in vigore della legge 40 fino al 2009, anno della sentenza costituzionale che ne ha tolto il divieto di conservazione, fermo restando però l’impedimento a utilizzarli per la fecondazione eterologa. “Il saldo è impressionante -ha aggiunto Guglielmino, ben 772 mila ovociti sono stati distrutti nel nostro Paese al prelievo e 77.900 sono quelli attualmente criocongelati; questi, con il via libera della Corte Costituzionale dell’8 aprile, potrebbero diventare nuovi embrioni da donare a coppie sterili”.