La battaglia ecologica Perofil anche in Spagna

Una delle “battaglie” ecologiche portate avanti dalla Perofil, azienda leader dell’intimo maschile, è far capire quanto sia utile all’ambiente tornare al vecchio e caro fazzoletto di cotone — lasciato nei cassetti per evidenti questioni di praticità — al posto di quelli di carta. Insomma, è certamente meno dannoso produrre il tessuto dal fiocco del cotone che non la carta dagli alberi tagliati, lo evidenzia anche l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia che ha svolto uno studio sull’intero ciclo produttivo dei due tipi di fazzoletti: «Anni fa era stato il Wwf a far pubblicare sulle pagine di alcuni quotidiani (fra i quali proprio La Repubblica) una pubblicità che, legata alla distruzione della foresta amazzonica, sollecitava implicitamente il ritorno al tradizionale fazzoletto — spiega Alberto Perolari, amministratore delegato del Gruppo Perofil S.p.A. — l’attenzione all’ambiente, dall’energia pulita alla cura dei materiali, sino al codice etico che facciamo sottoscrivere a fornitori e partner che garantisce la tutela dei lavoratori ed assicura che il ciclo del prodotto sia europeo, sono le nostre attuali priorità». Non a caso dal 2011 le due palazzine dove si trovano gli uffici e l’azienda di questo Gruppo al quale fanno capo i marchi Ermenegildo Zegna (del quale sono licenziatari per l’intimo maschile) Perofil, Luna di Seta (lingerie femminile) e Hawaiki (costumi da bagno maschili) producono l’energia necessaria attraverso pannelli solari e concentrano le loro ricerche su tessuti sempre più naturali lavorati con il minor impatto ambientale. È il caso del micromodal — impiegato nella linea “X-Touch” che comprende T-shirt, canottiere, slip e short push-up — tessuto nato dalla fibra austriaca Lenzing Modal ricavata dalla cellulosa estratta dal legno di faggio attraverso una lavorazione che esclude componenti sintetici. Si tratta di una fibra morbida e leggerissima che fa traspirare la pelle e ne assorbe l’umidità: cuciture nascoste realizzate con particolari filati la rendono perfetta per aderire al copro senza comprimere. Cotone proveniente dall’Egitto e dal Continente Americano, lana dall’Australia: «In Italia per questioni di clima il cotone si produce in quantità ridotte solo in Sicilia — spiega Perolari — dunque l’approvvigionamento estero della materia prima è obbligatorio ma tutto il ciclo di lavorazione avviene da noi». L’azienda, fondata a Bergamo nel 1910 — si chiamava Perolari S. p. A. e produceva proprio fazzoletti nel 1989 divenne Perofil S. p. A — esporta i suoi prodotti in 30 Paesi. Il fatturato del Gruppo Perofil ha chiuso il 2013 con 15 milioni di euro, contro i 14 dell’anno precedente mentre le previsioni dell’anno in corso sono di 16 milioni: un giro d’affari in positivo con una distribuzione del 60% in Italia. Cina, Paesi dell’Est Europa, Francia, Spagna, Stati Uniti e Corea sono solo alcuni dei principali mercati internazionali. (fonte: la Repubblica)

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>