Sviluppo del grafene: Italia e Spagna tra i partner

Una delle più importanti iniziative di ricerca europea mai avviate con 140 organizzazioni coinvolte provenienti da 23 Paesi: si tratta del Graphene Flagship Project, il consorzio impegnato nello studio e lo sviluppo del grafene, il materiale che segnerà il XXI secolo come la plastica ha segnato il secolo scorso. All’interno del progetto sono ben 16 le realtà scientifico-tecnologiche italiane che portano il nostro paese a ricoprire un ruolo di primo piano con un totale di 23 partner coinvolti, rappresentati in Europa dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). Proprio in coincidenza con la settimana del grafene 2014 la Commissione europea ha annunciato che il Graphene Flagship Project raddoppia di dimensioni aprendo a 66 nuovi partner “invitati ad aderire al consorzio sulla base dei risultati di un bando di gara dell’importo di 9 milioni di euro” e raggiungendo quindi quota 140. I nuovi partner provengono da 19 paesi, “sei dei quali sono nuovi al consorzio come Bielorussia, Bulgaria, Estonia, Israele, Repubblica Ceca e Ungheria”. Con i suoi 16 nuovi partner, ora il nostro Paese conta il maggior numero di partecipanti nel Graphene Flagship Project, allineandosi alla Germania che ne conta 23 e seguita da Spagna (18), Regno Unito (17) e Francia (13). “I nuovi entrati”, sottolinea la Commissione europea, “aggiungeranno nuove capacità al campo di applicazione scientifico e tecnologico dell’iniziativa faro” che ha concentrato sul grafene ingenti forze scientifiche ed economiche. In questa accelerazione allo sfruttamento e alle applicazioni del materiale del futuro, dal mondo delle imprese arriva un segnale forte: più di un terzo dei nuovi partner infatti sono aziende. “È la dimostrazione del crescente interesse degli operatori economici per il grafene, mentre il rapporto iniziale delle imprese nel consorzio era del 20%”, afferma Bruxelles. L’unione di tutte queste forze ha un obiettivo preciso: “trasportare” il grafene dai laboratori alla vita quotidiana, insomma fin sugli scaffali dei supermarket. Da qui l’importanza dell’arrivo di nuove forze scientifiche e imprenditoriali negli studi sul grafene, il “magico” materiale scoperto nel 2004 da Konstantin Novoselov e Andre Geim, capace di condurre energia e calore, trasparente, leggerissimo e praticamente indistruttibile. Un materiale dalle potenzialità enormi, basti pensare che con 10 kg di grafene si possono sostituire tutti i touch screen esistenti oggi al mondo. “L’Europa è leader della rivoluzione del grafene”, commenta Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l’Agenda digitale. “Questo materiale miracoloso ha il potenziale per migliorare radicalmente la nostra vita: promuove nuove tecnologie mediche, come le retine artificiali, e mezzi di trasporto più sostenibili muniti di batterie leggere e ultraefficienti”. Il grafene è stato ottenuto e testato in Europa, valendo nel 2010 il premio Nobel per la fisica a Andre Geim e Konstantin Novoselov dell’Università di Manchester. Con il miliardo di euro investito nel Graphene Flagship Project, l’Europa, rimarca ancora Bruxelles, “sarà in grado di trasformare la ricerca scientifica d’avanguardia in prodotti commercializzabili. Questa importante iniziativa pone l’Europa in prima linea nella corsa mondiale allo sviluppo di tecnologie al grafene”. (fonte: la Repubblica.it)

 

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