In un’intervista a Repubblica del 27 ottobre scorso, Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) lamenta che ” il debito pubblico italiano non ha favorito le banche. Aggiungo che l’Italia è storicamente Paese con imprese gracili esottocapitalizzate. E che gli aiuti pubblici alle banche durante la crisi, sono stati erogati generosamente altrove, come i 40 miliardi della Germania o i 45 della Spagna, ma non
da noi. Altra forma di non aiuto, la tassazione di settore, da anni superiore a tutti i paesi europei. Non parliamo della bad bank, concetto che in italiano non ha neanche traduzione: gli alleggerimenti di sofferenze qui avvengono tutti con operazioni di mercato, non con fondi pubblici come in Spagna, dove hanno risanato le banche anche grazie ai contribuenti italiani”.
Bankitalia e il governo dovevano proteggervi di più?”
Ma non hanno alcuna prevalenza nella dinamica dei test Bce: i sistemi di vigilanza europei hanno un fortissimo pluralismo al loro interno. Certo, usare dati di bilancio distanti due soli anni rispetto ai picchi dello spread del 2011 non è stato certo un favore all’Italia. Sarebbe stato meglio usare i dati di giugno 2014, una foto più attuale e meno da storici dell’economia “.