Si parla spesso di concorrenza fiscale tra i Paesi comunitari e molti pensano che solo gli esperti riescano a spiegare quali siano le differenze tra i vari regimi fiscali dei paesi comunitari. Eppure esiste una banca dati Ue, denominata Taxes in Europe database, rintracciabile nella pagina web della DG Taxation and Customs Union della Commissione europea, che consente di effettuare facili confronti tra le varie tipologie di imposte vigenti nei vari Paesi. Nella pagina web della DG taxation in alto a sinistra nella sezione “Taxation” si accede ad un menu a tendina, dove bisogna cliccare su “General information”, e poi, nella nuova pagina che si apre, sempre a sinistra, su “Information documents”. A questo punto compare il link per “Taxes in Europe database”. Una volta cliccato, compare una pagina, scorrendo la quale, in fondo, si trova il link “Go to the
Taxes in Europe database”. Entrati nella banca dati, si trova l’elenco dei 28 paesi comunitari, ed è sufficiente selezionare un Paese per trovare il relativo elenco di tutte le imposte dirette ed indirette, sia centrali che locali, nonché i contributi assicurativi obbligatori. La prima informazione che si ottiene è il numero di imposte esistenti. A questo riguardo è interessante notare che nell’ambito dei 28 Paesi, l’Italia è al secondo posto come numero di imposizioni, con 69 voci, mentre al primo posto si trova la Danimarca con 81 tipologie diverse di imposizione. All’ultimo posto c’è invece l’Estonia, con soli 13 prelievi obbligatori. Se è vero che il numero di imposte non dice molto sulla pressione fiscale, è invece ragionevole ritenere che esso sia un buon indicatore della complessità degli adempimenti fiscali. Che l’Italia sia pertanto un Paese “fiscalmente complesso” lo dimostra anche il fatto che la maggioranza dei Paesi comunitari ha un numero di imposte compreso tra 30 e 45. Salvo la Gran Bretagna, che sorprendentemente ha un
elevato numero di tasse (50), gli altri principali Paesi europei rientrano in questo intervallo: Germania (44), Francia (43), Spagna (29). Paesi noti per la loro attrattività fiscale, come Irlanda e Lussemburgo, non hanno un numero di imposizioni particolarmente basso, essendo rispettivamente 41 e 33. Meno complessi, almeno sotto il profilo numerico delle imposte, appaiono essere invece i regimi fiscali di Portogallo (19), Slovenia (23), Lettonia (25), Croazia (26), Bulgaria (26) e Olanda (26). Inoltre, la banca dati per ciascuna tipologia di imposta, come ad esempio la corporate income tax, o la personal income tax, è possibile scaricare una scheda, in inglese, che presenta in modo uniforme per tutti i Paesi i meccanismi di funzionamento dell’applicazione di ciascuna tassa. Confrontando quindi le regole tra i vari Paesi Ue è effettivamente possibile effettuare una consapevole pianificazione tributaria a livello Ue. (fonte: Il Sole 24Ore)