Le vittime di violenza, in particolare di violenze domestiche o di stalking come le donne, da domenica 11 gennaio saranno più sicure in tutta Europa. Entrano infatti in vigore le nuove norme Ue che fanno sì che gli ordini di restrizione, protezione e allontanamento siano validi in tutti i 28 paesi Ue. Una volta emessi da uno stato membro, mediante una semplice certificazione saranno riconosciuti in tutta l’Ue in modo rapido e immediato. Ora, infatti, ha spiegato la commissaria Ue alla giustizia Vera Jourova, “la nuova procedura garantirà alle vittime di violenza, siano esse donne o uomini, la protezione che meritano per andare avanti con la propria vita”. Secondo i dati citati da Bruxelles, una donna su tre almeno una volta nella sua vita è vittima di violenze. Queste invece, da adesso in poi, ha sottolineato la commissaria, “potranno scegliere di vivere in un altro stato membro dell’Ue o di andare in vacanza senza temere per la propria sicurezza”. Le misure europee, in vigore dall’11 gennaio 2015 dopo essere state adottate tra il 2011 e il 2013, consistono in due strumenti distinti, rispettivamente la direttiva sull’ordine di protezione europeo e il regolamento sul riconoscimento reciproco delle misure di protezione in materia civile. Insieme, garantiscono il riconoscimento degli ordini di protezione emessi per tutelare le vittime di violenza in qualsiasi stato membro (solo la Danimarca non vi partecipa, in linea con l’opt-out sui temi della giustizia concessole con il Trattato di Lisbona).In questo modo chi ha subito abusi domestici potrà d’ora in avanti viaggiare in sicurezza al di fuori del proprio paese di origine grazie al semplice trasferimento dell’ordine di protezione che lo tutela dall’aggressore. Fino ad oggi, invece, le vittime dovevano avviare procedure complesse per estendere gli effetti di una misura di protezione nazionale agli altri paesi Ue, ed erano costrette ad avviare una procedura diversa per ogni paese. “Le vittime di violenza – ha concluso Jourova – ora potranno far valere i propri diritti anche al di fuori del loro paese, ovunque vadano in Europa”.