Eventi: incassi, certificazioni, impatto economico

In Spagna, conferenze e meeting hanno avuto nel 2014 un impatto economico di circa 1,3 miliardi di euro (Fonte: Apce, Asociación de Palacios de Congresos de España). In Germania, a Berlino, l’industria di settore ha generato un giro di affari di 2,2 miliardi di euro (Fonte: Berlin Convention Office). In Austria, a Vienna, il turismo congressuale, da noi spesso snobbato, garantisce un gettito del 50% del profitto dell’intero turismo (Fonte: Wien Turismus). Prendiamo ora i dati di Londra 2012, la prima Olimpiade a svolgersi sotto il segno della “sostenibilità”: stando ai dati diffusi dal governo di David Cameron, i Giochi sono stati un buon affare avendo generato 9 miliardi e 800 milioni di sterline (circa 12 miliardi di euro) contro gli 8 miliardi e 700 milioni di sterline (circa 10 miliardi di euro) spesi per ospitarle. Numeri a parte, le Olimpiadi londinesi sono importanti perché di fatto rappresentano la pedana di lancio delle certificazioni ai sensi della norma internazionale Iso 20121. «Una norma che può essere considerata oggi lo standard di riferimento per chi parla di eventi sostenibili dal momento che prende in analisi le tre dimensioni che l’organizzazione della manifestazione deve considerare: ambientale, sociale ed economica — spiega Stefano Bonetto, tecnico esperto di Accredia in ambito Iso 20121 — In sintesi, l’aspetto economico attiene alla creazione di valore; la parte sociale ai diritti di tutte le persone coinvolte e al rispetto dei loro valori; la dimensione ambientale è collegata alla gestione ottimale degli impatti, nel rispetto delle migliori pratiche e con eventuali aspetti di compensazione per quelli non eliminabili». Il problema oggi è che questa norma non è obbligatoria, e come ogni cosa che non è imposta per legge è difficile che venga recepita subito. Soprattutto, in Italia. E nonostante lo standard internazionale Iso 20121 sia nel nostro Paese già stato adottato dall’Uni, l’ente nazionale di unificazione, e sia disponibile in lingua italiana. «E’, quindi, oggi un riferimento normativo diretto anche nell’ordinamento giuridico nazionale», puntualizza Bonetto. «A maggior ragione, per sviluppare l’applicazione di questa norma, diventa il ruolo che avranno gli enti pubblici nel prossimo futuro. Per intenderci: un Comune, prima di rilasciare il proprio patrocinio ad una manifestazione, dovrebbe chiedere agli organizzatori la certificazione della sostenibilità dell’evento». Pertanto, la strada da percorrere è quella di coinvolgere tutti gli stakeholder della manifestazione, i quali a loro volta dovrebbero farsi “accompagnare” dall’ente di certificazione lungo l’intero ciclo di vita dell’evento, in tutte le fasi e per l’intera catena di fornitura, con l’obiettivo di rispettare 3 criteri fondamentali: ideazione (progettazione di massima e progettazione di dettaglio), realizzazione (preparazione, conduzione e verifica), analisi di chiusura e sul ritorno (eredità e rendicontazione). (fonte: la Repubblica)

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