Al Foro di dialogo italo-spagnolo

Arrivederci all’autunno 2014 in Spagna. Hanno concluso così i presidenti dell’Arel di Roma, Francesco Merloni (a destra), e del Cidob di Barcellona, Carles Gasoliba ( a sinistra), la XIII edizione del Foro di dialogo italo-spagnolo, organizzato dai rispettivi centri-studi a Roma nella sede di Unicredit a Palazzo De Carolis. Due giornate di lavoro intenso nelle quali esponenti del mondo imprenditoriale, accademico e delle istituzioni dei due paesi si sono confrontati sui temi più cruciali delle proprie economie e dell’agenda europea. Un appuntamento, quello del Foro di dialogo, nato nel 1999 per iniziativa di Nino Andreatta e portato avanti nel corso degli anni da Enrico Letta. In un momento in cui nell’Unione Europea si manifestano forti spinte centrifughe, il Foro è stato l’occasione per mettere a fuoco i problemi esistenti, ma anche per ribadire l’indispensabilità dell’approccio europeo. Lo ha detto l’ex presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, che ha proposto il costituirsi di un asse stabile tra Francia, Italia e Spagna che possa controbilanciare la supremazia tedesca. ”Perché abbiamo interessi simili – ha detto Prodi – e occorre promuovere un’interpretazione più seria e più cooperativa degli stessi trattati”. Quattro i gruppi di lavoro, sugli investimenti privati, finanza e credito a supporto dello sviluppo; sull’istruzione, ricerca e capitale umano; sulla frontiera Sud dell’Europa e le sue sfide, tra cui quella dell’immigrazione; sulle infrastrutture materiali e immateriali a supporto dello sviluppo. Le conclusioni dei gruppi sono state illustrate nel corso di un dibattito condotto dal direttore del Corriere della sera, Ferruccio De Bortoli, al quale hanno partecipato il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, quello del Lavoro Enrico Giovannini, il Commissario straordinario del governo per l’Agenda digitale, Francesco Caio, il senatore ed economista del Pd, Paolo Guerrieri, e l’Ambasciatore spagnolo in Italia, Francisco Javier Elorza in rappresentanza del suo governo. Il vicedirettore del Tg La7 ha poi moderato due tavole rotonde nelle quali presidenti e amministratori delegati di grandi imprese italiane e spagnole hanno messo sul tappeto i problemi comuni: su tutti il credit crunch e le modifiche che stanno intervenendo nel sistema bancario, a partire dalla contrazione del numero degli sportelli, eccessivo in entrambi i paesi rispetto alla media europea: 77 ogni 100 mila abitanti in Spagna, 54 in Italia, 41 in Europa (media). Si è molto parlato anche di lavoro, soprattutto della disoccupazione giovanile, questione che accomuna Italia e Spagna, di pensioni e di legge di stabilità. In proposito, l’ambasciatore spagnolo ha sottolineato la severità delle misure di cui si è dotata la Spagna negli ultimi anni essendosi data il ”mandato imperativo” di rispettare gli obiettivi di deficit senza alcun margine di manovra. Ma la Spagna, ha detto Elorza, ha potuto operare in un clima di grande dialogo sociale, che ha portato i sindacati ad accettare anche una contrazione salariale. Gli altri temi approfonditi in questo lungo dialogo sono stati quello dell’energia, delle infrastrutture e delle comunicazioni, tutti e tre di primaria importanza per lo sviluppo dell’enorme ricchezza comune ai due paesi: il turismo. Il prossimo anno sarà cruciale per l’Europa, che dovrà rinnovare anche le sue istituzioni. La prossima edizione del Foro, allora, che cadrà verso la fine del semestre guidato dall’Italia, sarà l’occasione per fare un bilancio su quanto il nostro paese sarà stato in grado di fare e sugli sviluppi della collaborazione con la Spagna

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