I rapporti già consolidati e stretti in ambito forense tra Italia e Spagna si sono ancora più rafforzati a seguito della decisione del più grande ed importante Ordine spagnolo ossia dell’Ilustre Colegio de Madrid, prendendo spunto dall’iscrizione presso lo stesso di oramai ben 4.500 italiani, di inaugurare da poche settimane la nuova sezione italiana per facilitare ancor più i rapporti giuridici tra i “colegiados” di ambo i Paesi, nonché di prevedere tutta una serie di agevolazioni per i propri iscritti italiani a partire dall’emissione dei certificati di iscrizione direttamente in italiano e la possibilità di pagare le quote collegiali direttamente attraverso il sistema europeo SEPA. Tale iniziativa costituisce per stessa ammissione della “Decana” dell’ICAM e dei responsabili italiani, il passo più significativo ed evidente della portata ormai consolidata e definitiva del “Diritto di Stabilimento” per i liberi professionisti prevista dai Trattati Comunitari a discapito delle nostalgie restauratrici dei singoli ordini nazionali e delle corporazioni di taluni paesi (Italia in primis purtroppo), che ancora nell’ultima decade hanno cercato di impedire l’applicazione di tale previsione normativa, frapponendo i pretesti e le barriere interpretative più disparate …. sempre e comunque annullate e respinte dalla Giurisprudenza della Corte di Giustizia UE. A ulteriore conferma di ciò e dei tempi che cambiano irreversibilmente, vi è l’ulteriore protocollo di collaborazione firmato già nel Giugno 2012 tra l’Ilustre Colegio de Abogados de Madrid e l’Ordine degli Avvocati di Milano per intensificare la collaborazione tra gli studi legali delle due capitali europee, nonché per prevedere l’organizzazione congiunta di una serie di seminari, workshop e corsi con particolare riferimento al Diritto Commerciale Internazionale.
Il significato di tale iniziativa istituzionale promossa dall’Ilustre Colegio de Abogados de Madrid è, quindi, molto forte e “scolpisce” quasi fisicamente la libera circolazione dei professionisti, e degli Avvocati in particolare, all’interno dei confini della Comunità Europea: evidenti le ricadute positive non solo sul mercato legale del lavoro ma, soprattutto, sulla accresciuta possibilità di assistenza della clientela dei diversi Paesi UE da parte di professionisti del proprio Paese che abbiano competenze linguistiche e giuridiche in altro Stato comunitario certificate a priori dallo stesso “Diritto di Stabilimento” previsto dai Trattati comunitari.
Luca Bersani