Cento milioni di investimenti da qui al 2015 tra ampliamenti delle fabbriche e nuovi impianti e un piano di acquisizioni e alleanze all’estero in Brasile, India, Messico, Cina. Con l’obiettivo di portare a casa già quest’anno 60 milioni in più di fatturato e innalzare la quota export all’80% entro due anni. È questa la strategia che sta dietro all’annuncio ufficiale diffuso dal colosso parmense dei contenitori in vetro e plastica, Bormioli Rocco, sulla sua riorganizzazione in quattro società distinte, sempre sotto il controllo totale della casamadre di Fidenza. Riassetto che sarà formalizzato entro un anno con la nascita di: Pharmaceutical glass, con i due stabilimenti per il vetro farmaceutico tra Bergantino di Rovigo e Pordenone (il sito Neubor Glass acquisito lo scorso anno su cui Bormioli ha già investito 15 milioni) con 400 dipendenti e 100 milioni di ricavi; Pharmaceutical plastic, con fabbriche a Castelguelfo (Parma), Rivanazzano (Pavia) e vicino Tolosa, in Francia, 350 addetti e cento milioni di business nei contenitori, capsule e tappi in plastica per la sanità; Food&beverage (bottiglie per vino e vasetti per l’industria) a Trezzano sul Naviglio, 70 milioni di fatturato e 280 posti di lavoro; infine Tableware, lo storico settore casalinghi (tra cui i vasetti-simbolo per conserve “Quattro stagioni”) del gruppo nato nel 1825 e in mano dal 2011 al fondo Vision capital, 230 milioni di ricavi e mille addetti tra Fidenza, Savona e Azuqueca in Spagna . Una galassia di 2.200 dipendenti, tra i nove siti e le filiali commerciali, e oltre 550 milioni di ricavi. Traguardo che vogliamo tagliare anche quest’anno, avendo però in cassa 60 milioni in meno della divisione profumeria, venduta a fine 2013 agli austriaci», spiega il presidente e ad Paolo Antonietti, che ha riorganizzato le business unit per renderle autonome nei piani di sviluppo per linee esterne all’orizzonte. «La plastica farmaceutica sta correndo forte – entra nel dettaglio – ed è giunta l’ora di crescere anche dal punto di vista produttivo oltreconfine: un salto da fare attraverso aggregazioni e joint venture, inizieremo da Brasile e India. Il settore casa compensa la crisi europea con l’exploit degli Usa, dove il successo del cibo italiano va di pari passo con l’appeal dei contenitori made in Italy. Puntiamo ad arrivare a un +6% di ricavi quest’anno, tra i nuovi prodotti e il rafforzamento delle filiali in Germania e in Asia. A Shanghai stiamo valutando anche un investimento produttivo, così come in Messico, per servire da lì tutto il Nord America». Vola pure la domanda delle bottiglie speciali Bormioli Rocco (anche qui di riflesso al boom del vino italiano), tanto che Bormioli ha in programma un potenziamento dei 50mila mq di fabbrica a Trezzano. Attingendo a quei 100 milioni di investimenti in due anni (in gran parte finanziati dalla vendita del sito francese di boccette per profumi) destinati anche ad ampliare del 25% la capacità produttiva di Bergantino (vetro farmaceutico) e al sito spagnolo, che produrrà la nuova gamma per la casa.