Monta la bufera politica sul prelievo automatico del 20% sui bonifici per le persone fisiche provenienti dall’estero. La misura, scattata il primo febbraio scorso in applicazione di un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del 18 dicembre, ( leggi su Federconsumatori news )è finita nel mirino della Commissione europea. Sulla vicenda, ipotizzando violazioni dei Trattati sulla libera circolazione dei capitali e sugli accordi che vietano la doppia imposizione, hanno presentato due separate interrogazioni due parlamentari ex leghisti, Tino Rossi (ora passato al Ppe con Forza Italia) e Claudio Morganti (rimasto nel gruppo degli euroscettici Eld con il
movimento ‘Io cambio’). Dal primo febbraio le banche sono obbligate ad applicare la maxi ritenuta sui bonifici esteri da destinare all’erario. Le specifiche applicative si trovano nel provvedimento n. 2013/151663 del direttore dell’Agenzia delle entrate del 18 dicembre scorso e il prelievo è frutto della decisione di considerare ogni flusso di denaro proveniente dall’estero e diretto a persone fisiche italiane come una componente reddituale imponibile». In pratica, una trattenuta, a meno che il contribuente dimostri che l’importo non ha connotazione reddituale. E che sia, al contrario, legato alla restituzione di un prestito o a una donazione di denaro. La ritenuta non si applica invece alle persone fisiche che ricevono bonifici nell’ambito della propria attività d’impresa o di lavoro autonomo. A protestare contro la misura erano state soprattutto le associazioni dei consumatori: «La ritenuta del 20% rappresenta l’ennesimo abuso di potere», avevano protestato Adusbef e Federconsumatori. Adesso l’obiettivo della Commissione sarà capire se si tratta di una misura «proporzionata» o no.
A Bruxelles, la portavoce del responsabile europeo alla fiscalità Algirdas Semeta ha detto che “siamo ovviamente consapevoli di questa nuova disposizione” aggiungendo che “il Commissario la sta esaminando per assicurarsi che sia in linea con i principi di base della non discriminazione e del libero movimento delle merci e dei capitali”. La valutazione di Bruxelles, indicano fonti europee, dipende dai risvolti pratici dell’ attuazione e dal tipo di possibilità che sarà data ai correntisti di dimostrare che quei versamenti ricevuti non sono un reddito. E’ sulle opzioni date che Bruxelles si concentrerà, valutando se l’idea di un prelievo ‘preventivo’ è proporzionato o no. Possono infatti esserci della circostanze che lo giustificano: l’ amministrazione fiscale ha pieno accesso ai movimenti dei conti nelle banche italiane, cosa che invece non succede per quelli stranieri. Se le formalità per evitare il prelievo automatico non saranno considerate sproporzionate, è possibile che la Commissione ritenga la tassa accettabile. Ma per ora prende tempo e analizza tutti i dettagli, soprattutto quelli attuativi.