Se in Spagna il calcio femminile gode di buona popolarità, in Italia invece langue: la nazionale per l’ennesima volta non è riuscita a partecipare ai campionati mondiali, disputatisi questa estate in Canada, e le società lottano ogni giorno tra mille difficoltà per riuscire ad sopravvivere, spesso tra l’indifferenza dei media. Ma non tutti sanno che il calcio femminile in Italia può contare su un’antica e gloriosa tradizione, come emerge dalle pagine del libro “Quando le ballerine danzavano col pallone ” scritto per la casa editrice Geo Edizioni da Giovanni Di Salvo, ingegnere che da oltre vent’anni collabora col quotidiano “La Sicilia”.
E soprattutto che il calcio femminile italiano e spagnolo si intrecciano grazie a una giocatrice palermitana: infatti Pamela Conti (foto in alto) ha indossato le maglie di Levante ed Espanyol. Il testo, pubblicato di recente e facilmente reperibile su Amazon, ricostruisce per la prima volta, in maniera molto dettagliata ed approfondita, una storia iniziata nei primi degli anni ’30 del secolo scorso e interrotta più volte o per veti del CONI o per barriere culturale che non tolleravano che le donne praticassero il calcio. I primi campionati a livello nazionale iniziarono solo alla fine degli anni ’60 e la Sicilia fu una delle regioni pioneristiche grazie alla fondazione di una vera e propria Federazione Siciliana costituita dall’avvocato Andrea Patorno, che organizzava campionati, coppa Italia e una nazionale che disputò anche una tournee in Messico. A piccoli passi il calcio femminile entrò nella famiglia della FIGC e nel 1986 venne inserita in ambito della Lega Nazionale Dilettanti. Seguirono l’istituzione della Divisione Calcio Femminile e la sua recente trasformazione in Dipartimento. “Il testo esamina il calcio femminile non solamente dal punto di vista sportivo ma anche da quello socio-culturale perché il calcio femminile ha contribuito alla lotta per l’emancipazione delle donne.” -spiega l’autore Giovanni Di Salvo – “Proprio il titolo vuole essere quasi una provocazione a tutti gli stereotipi che affliggono questo sport. Associare le ballerine con il calcio significa unire i due punti più lontani, secondo una mentalità anacronistica ma purtroppo ancora diffusa, dell’universo donna. Nell’opinione comune la ballerina rappresenta il massimo della femminilità mentre la calciatrice il punto più basso. Questo libro tenta di abbattere questi pregiudizi perché vuole dimostrare che c’è anche una grande bellezza e una grande dignità nel giocare a pallone.”
L’opera riporta vari documenti, raccolti durante uno studio durato oltre tre anni consultando varie biblioteche italiane, da cui si evince chiaramente che la lotta delle donne per l’uguaglianza dei diritti è passata anche attraverso il gioco del calcio. Un capitolo esamina anche il futsal e il beach soccer. Inoltre vengono accennate tutte le tappe significative dello sviluppo del calcio femminile: l’introduzione ai Giochi Olimpici, come l’istituzione dei Mondiali, i primi campionati di calcio femminile nei paesi arabi o la nascita della Champion’s League.