Il Corruption Preceptions Index del 2015, cioè l’indice che dal 1995 viene usato per misurare la percezione della corruzione nel settore pubblico in diversi Paesi di tutto il mondo (168 nell’edizione 2015), mette l’Italia al 61esimo posto globale (rank 61/168), con un punteggio di 44 su 100. La Spagna si colloca al 36esimo (score 58, rank 36/168). La Spagna ha peggiorato la sua posizione di due punti, rispetto al 2014, l’Italia l’ha migliorata di otto pur rimanendo in fondo alla classifica europea. Il Cpi del 2015 è calcolato utilizzando 12 differenti fonti di dati, provenienti da 11 diverse istituzioni che hanno catturano la percezione della corruzione negli ultimi due anni. Per entrare nell’indice, un Paese deve disporre almeno di tre fonti di dati (nel caso dell’Italia sono ben sette). I dati vengono poi riportati in una scala che va da zero a 100, dove 0 indica il più alto livello di corruzione percepita e 100 il più basso. Vedi qui Mappa tutti i Paesi. Danimarca, Finlandia e Svezia sono i paesi “più puliti”, con un punteggio rispettivamente di 91(rank 1/168), 90 (rank 2/168) e 89 (rank 3/168). Germania e Regno Unito hanno un punteggio di 81 (rank 10/168); Francia di 70 (rank 23/168). Agli ultimi posti della classifica mondiale: Afghanistan (score 11, rank 166/168), Somalia e Nord Corea (entrambe con score 8, rank 167/168).