È Giuseppe Stabile (foto accanto) il consigliere Cgie eletto in Spagna, per il nuovo Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Originario di Catania, 36 anni, è laureato in legge e vive a Tenerife.
Nel Comites di Madrid, rinnovato pochi mesi fa, ricopre la carica di vice presidente. Nell’Assemblea Paese, riunita a Madrid per eleggere il membro territoriale per la Spagna, Giuseppe Stabile ha ottenuto 11 voti, contro i 10 di Andrea Lazzari, tesoriere del Comites presieduto da Pietro Mariani; votazioni espresse da 11 consiglieri del Comites di Madrid, 6 Consiglieri del Comites di Barcellona e 6 rappresentanti delle Associazioni, per un totale di 23 elettori. Per quanto riguarda le altre tre candidature che erano state ammesse, Silvano De Uffici (delegato dell’Associazione Italiana per la Cultura, la Scienza e la Società di Palma de Mallorca) ha riportato 2 voti; Paolo Ludovisi (candidato esterno): 0 voti; Paola Vitali (candidato esterno): 0 voti.
“È una vittoria di tutti i connazionali, che avranno un rappresentante in grado di fornire risposte alle aspettative”, ha commentato Stabile a Infoitaliaspagna subito dopo essere stato eletto, assicurando di volersi muovere “su tutto il territorio spagnolo”.
Di seguito, l’intervento di Stabile durante la riunione dell’Assemblea Paese
Da più parti si sostiene che gli Istituti del Comites e del CGIE siano ormai superati, non soltanto nella forma ma anche nella sostanza. Il dovere di ognuno di noi è sfatare questa credenza entrando, con tecnicismo, nel merito di ogni complesso aspetto che costituisce la realtà degli ancora considerati emigrati italiani nel mondo. Il CGIE, in particolare, è un organo di consulenza del Governo e del Parlamento sui grandi temi che interessano le comunità all’estero, dovrà confrontarsi e dialogare con le Istituzioni di competenza per cercare di omogeneizzare e semplificare quanto più l’azione socio/politico/amministrativa Nazionale, Europea ed Internazionale.
Infatti, la figura del CGIE ed in principal modo di ciascun rappresentante, serve a dare quell’input all’azione centrale per far sentire i connazionali contemporaneamente integrati nello stato di residenza ma sempre uniti la madre Patria.
L’obiettivo è la piena cittadinanza europea e la sua valorizzazione. A tal fine sarebbe opportuno riformare i nostri Organismi e renderli efficaci nell’erogazione dei servizi ai connazionali allineati ai parametri europei.
Anche i Comites Spagna, e le associazioni, avranno l’opportunità di far parte del cambiamento. Per questa ragione, sulla base degli approfondimenti svolti in questi mesi, dovrebbero essere prospettate le linee generali su quanto è stato fatto in seno al CGIE, quanto ancora ci sarebbe da fare e quali nuove indicazioni il rappresentante eletto dall’Assemblea Paese Spagna potrebbe apportare.
Prima di comprendere gli interventi necessari alla collettività, sarebbe necessario analizzare la diversità del flusso migratorio nel territorio.
Voglio limitarmi a descrivere la realtà territoriale spagnola dei soggetti più vulnerabili nella quale, sostanzialmente, il flusso dei nostri connazionali è costituito, da un lato da cittadini italiani in quiescenza, localizzati maggiormente a sud della Spagna e nelle Isole Canarie, per ovvie ragioni climatiche, che continuano a subire insufficienti informazioni, spesso non del tutto omogenee sul territorio, in aggiunta alla difettosa applicazione normativa (vds. Pensionati Inps ed ex Inpdap, traduzioni CUD).
Dall’altro l’esodo giovanile, problematica forse ritenuta ancora marginale dalle istituzioni centrali. Fornire a costoro interventi protettivi e preventivi, volti a creare sistemi per far individuare un progetto di vita, per poi perseguirlo seriamente, eviterebbe esposizioni a circostanze, già rilevate, di tipo speculativo.
L’informazione è lo strumento principe, tanto da ravvisarne la realizzazione di iniziative, in materia di qualità dell’informazione erogata, per poter fornire al richiedente una risposta coerente con le aspettative, formatesi al momento del contatto e, contemporaneamente, corretta nel rispetto del diritto. Fondamentalmente, il lavoro del rappresentante paese dovrebbe concentrarsi, oltre a fornire le corrette indicazioni per il tramite dei Comites, a garantire una totale integrazione; adoperandosi per un contatto diretto sul territorio straniero per ben comprendere le esigenze ed interpretarne le ragioni.
A tal fine, determinante sarà il coinvolgimento di tutti coloro che perseguono lo scopo comune di fare degli italiani e dell’Italia motivo di orgoglio.
L’affermazione in tutto il mondo dello stile italiano è frutto di sacrificato lavoro anche degli espatriati che ogni giorno mettono in luce l’aspetto italiano.
Problematiche di tipo assistenziale, sanitario e di tutela generale degli interessi dei connazionali, oggi, ancor più, necessitano di interventi di modifica normativa adattati alle necessità del nostro tempo.
Questo è il motivo che obbliga ad essere preparati, coesi e presenti nei momenti decisionali anche di formazione legislativa.
Il ponte che permette alle future generazioni di mantenere un forte legame con l’Italia non è rappresentato esclusivamente dalla trasmissione della lingua e della cultura italiana.
Occorrerebbe, contemporaneamente, garantire un modello statale efficiente degno di rispetto ed ammirazione non solo per gli italiani.
Solo così non sarà mai interrotto il contatto con la madre Patria, anzi, ne incentiverebbe il ritorno.
Prima però, bisognerebbe recuperare quell’entusiasmo e quella dignità che i nostri Organismi, insieme alle altre componenti di rappresentanza territoriale, hanno perso, anche per ragioni di razionalizzazione.
Analizzare la personalità del candidato, libero da qualsiasi ingerenza, rappresenterebbe il nuovo preambolo per dare sostanza agli obiettivi prefissati.
Nonostante quasi 28 anni di operato di CGIE e tre mandati a contatto con il Governo, ci troviamo ancora all’origine istituzionale, senza che si sia portata avanti una politica per assecondare le richieste.
La prima Conferenza dell’emigrazione si ebbe nel 1975, delle tre intercorse fino ai nostri giorni quanto, tradotto in termini pratici, è tangibile? Quali e quante istanze oggi sono state accolte dai vertici delle nostre istituzioni?
Altresì, appaiono troppo lunghi i termini che intercorrono tra l’indagine di individuazione delle esigenze ed il momento di realizzazione delle stesse.
Si ritiene, pertanto, nell’ambito programmatico, alla luce delle medesime esigenze anzi citate, la priorità di cambiare il senso di marcia, a favore dell’azione qualitativa che sintetizza la vera democrazia, basandosi sull’impegno, capacità risolutiva ed omogeneizzazione globale efficiente.
Conosco personalmente Giuseppe Stabile, professionista serio, responsabile, concreto ed umano, doti che sono a fondamento di un professionista come Giuseppe e che sicuramente lo aiuteranno a svolgere il proprio incarico con il solito entusiasmo che lo distingue. A lui, anche a nome della Lista Azzurra, ma interpretando anche i sentimenti della Lista Italia, tutti della circoscrizione di Barcellona vadano gli auguri più sentiti per un lavoro proficuo, denso di soddisfazioni e risultati nel solo ed unico interesse di tutti i nostri connazionali presenti sul territorio spagnolo. Ad maiora!