Lo studio “Dalla Spending review al ritorno del Principe”, pubblicato recentemente da Eurispes e Uil-Pa, dice che nel confronto con quelli degli altri Paesi europei i numeri del pubblico impiego italiano rientrano nella media Ue. La spesa per il pubblico impiego in Italia pesa per l’11,1% del Pil e contiamo 58 impiegati nella Pa ogni mille abitanti, ai livelli della Germania (54), mentre in Svezia sono addirittura 135. L’Italia è l’unico Paese in cui, negli ultimi dieci anni il numero dei dipendenti pubblici si è ridotto (-4,7%), mentre nel resto d’Europa sono cresciuti, soprattutto in Irlanda e in Spagna dove si è registrato un aumento rispettivamente del 36,1% e del 29,6%. Altri Paesi mostrano incrementi vicini al 10% (Regno Unito 9,5% e Belgio 12,8%). Infine, un altro gruppo di Paesi mostra un trend crescente, ma contenuto (in Francia del 5,1%, in Germania del 2,5%, nei Paesi Bassi del 3,1%). I Paesi nei quali la spesa per il pubblico impiego grava maggiormente sul Pil sono: la Danimarca, con un rapporto del 19,2%, seguita dalla
Svezia (14,4%), dalla Finlandia (14,4%), dalla Francia (13,4%), dal Belgio (12,6%), dalla Spagna (11,9%), dal Regno Unito (11,5%), dall’Italia (11,1%), dall’Austria (9,7%), dai Paesi Bassi (10%), e per finire dalla Germania con il 7,9 per cento. La situazione italiana è quindi perfettamente in linea con la media europea. Nella ricerca viene anche confrontato il rapporto tra il numero dei lavoratori nel pubblico impiego e il totale dei residenti nei diversi paesi europei. È significativo il dato della Svezia, dove la Pubblica amministrazione conta circa 135 impiegati ogni mille abitanti, in Germania invece si contano 54 impiegati ogni mille abitanti. Gli altri Paesi posti nelle posizioni intermedie sono la Spagna con 65 impiegati ogni mille abitanti, la Francia con 94 dipendenti ogni mille abitanti, l’Italia con 58 impiegati ogni mille abitanti e il Regno Unito con 92 dipendenti ogni mille abitanti.