Nel 2012 le imposte pagate dalle imprese italiane hanno rappresentato il 65,8% degli utili: il nostro Paese è al 16° posto al mondo per quantità di prelievi, seguito dalla Francia (64,7%) dalla Spagna (58,6%) e a distanza dalla Germania (49,4%). Lo mette in evidenza una nota del Centro Studi di Confindustria sul livello di tassazione nel Paese. Se si guarda in particolare al cuneo fiscale, il dato che emerge è che nel nostro Paese la tassazione sul lavoro a carico delle imprese è la più elevata nell’eurozona, solo il Belgio fa peggio. L’indagine si sofferma sul cosiddetto “total tax rate” quantificato dalla Banca Mondiale, l’ammontare complessivo delle imposte pagate da imprese aventi caratteristiche standard. Nel calcolo sono incluse le imposte, locali e statali, su profitti, immobili, autoveicoli e carburanti, tenendo conto di deduzioni e detrazioni e i diversi contributi sociali versati; mentre sono escluse le imposte sui consumi e quelle raccolte per conto delle autorità fiscali in qualità di sostituto d’imposta.Per quanto riguarda la tassazione sul lavoro a carico delle imprese, l’incidenza del prelievo fiscale e contributivo sui redditi da lavoro, misurata con l’aliquota implicita – spiega la nota del Centro Studi di Confindustria – è stata in Italia seconda solo al Belgio tra i paesi euro: 42,3% nel 2011 contro il 42,8% del Belgio, il 37,7% dell’eurozona e il 35,8% della media dei 27 paesi dell’Unione. I più importanti partner europei hanno registrato valori molto inferiori all’Italia: Francia 38,8%, Germania 37,1%, Spagna 33,2%, Regno Unito 26%. In Italia ai contributi sociali più elevati che altrove e legati all’ingente spesa pensionistica, si aggiunge a carico delle imprese anche la quota di Irap calcolata sul costo del lavoro. Ciò determina un onere per le imprese che, nel 2011, è stato pari al 10,7% del Pil, inferiore solo a quello registrato in Francia (12,9%) ed Estonia (11,2%).(fonte: Il Sole 24 Ore)