Il Gruppo “Pensionati uniti all’estero” continua le sue battaglie

Il_Gruppo_Pensionati_uniti all’estero_continua_le_sue_battaglieIl_Gruppo_Pensionati_uniti all’estero_continua_le_sue_battaglieDopo aver letto alcuni post da parte di pensionati residenti all’estero che si sono visti bloccare la pensione da parte di Inps/Citibank, il Gruppo “Pensionati uniti all’estero” sottolinea l’importanza che Inps/Citibank provveda a trovare una soluzione più idonea, per il ricevimento e l’invio del certificato esistenza in vita. Ricordiamo che a decorrere dal 1° gennaio 2012, per il pagamento al di fuori del territorio nazionale dei trattamenti pensionistici ai pensionati italiani residenti all’estero, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) si avvale di Citibank che, in qualità di Istituto di credito designato contrattualmente a tale servizio, è subentrato alle attività a suo tempo svolte dalla Banca d’Italia.

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Le condizioni previste dal contratto di servizio prevedono che Citibank proceda, con cadenza annuale, alla verifica dell’esistenza in vita dei beneficiari di pensioni pubbliche riscosse all’estero, al fine di evitare l’erogazione di prestazioni indebite e per consentire la riduzione dei tempi di lavorazione delle attività di sospensione e/o chiusura delle posizioni pensionistiche a seguito di decesso del titolare. Purtroppo, però, la spedizione del certificato avviene con posta ordinaria e non sono rari i casi in cui non è arrivato a destinazione causa smarrimento e/o altre problematiche. Quando questo accade, si ha la sospensione della pensione da parte di Citibank per circa due o tre mesi, a seconda dalla tempestività del pensionato a procedere al rinvio della documentazione richiesta. È ovvio che tale problematica, fastidiosa per chiunque, è particolarmente grave per quei pensionati non abbiano altre risorse finanziare a disposizione oltre alla pensione mensile.

Giuseppe Bucceri

Giuseppe Bucceri

Giuseppe Bucceri sottolinea che molti pensionati all’estero spesso sono soli, alcuni anche senza figli o parenti che potrebbero aiutarli in caso di gravi necessità come quelle sopra ricordate, causate per esclusiva colpa dell’ente erogatore. Un altro, significativo problema è la spesa, come riferito dal referente in Ecuador del Gruppo: per dover rispedire il certificato tra parcheggio, consolato e/o notaio, benzina e posta le spese da sostenere sono circa 30/40 euro. Quindi, oltre al rischio di non avere in tempo il certificato e/o lo smarrimento del medesimo, esiste anche il problema delle spese da sostenere.

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Per questo motivo il Gruppo propone alle Autorità competenti di individuare, oltre al Console, un’ altra persona che collabori raccogliendo tutti i certificati dei pensionati nelle Isole delle Canarie  e, in altri Stati, attraverso un elenco generale inviato da Citibank, provvedendo così ad unica spedizione. In alternativa l’invio potrebbe avvenire tramite e-mail e/o pec e per coloro ( in minoranza ) che non utilizzano mezzi informatici, cartaceo.

Il Gruppo “ Pensionati uniti all’estero”: Giuseppe Bucceri, Eugenio Parise, Nedo Galli e Marinella Salvatori (Isole Canarie), unitamente a Giuseppe Daquanno (referente Bulgaria), Gabriele Cogodi (referente Albania), Domenico Lambiase (referente Ecuador), Fabio Di Cinto (referente Tunisia), Gianni Capel Badino (referente Russia) si fa portavoce affinché si possa trovare una soluzione più idonea ed efficace.

Contatti email: pensionatiexinpdapestero@gmail.com

7 thoughts on “Il Gruppo “Pensionati uniti all’estero” continua le sue battaglie

  1. Si e cosí la posta non mi arriva puntuale e debbo ricorrere tramite il Patronato Ital a Lima per richiedere Esistenza in Vita. E gentilmente me lo invia allá mía Email, e ha mía volta lo invio allá casella postale “PO BOX 4873″ WORHING BN 99386 UK Reino UNID Gran Bretagna
    Mi domando che centra con inps poi e sicuro che arriva sonó un por preocupato. Grazie per la costra cortesia

  2. Complimenti ai politici, INPS e CITI Bank … sono passati 4 anni e non è stato fatto un C*ZZ* per aiutare i pensionati al estero. Ed un premio speciale a chi ha ideato questo gran sistema che non costa poco al contribuente (ed al pensionato). Da tre mesi sono senza pensione, per non aver ricevuto i moduli da CITI Bank.
    INPS avevo communicato un indirizzo sbagliato (ma questa è un’altra lunghissima storia). Dopo aver inviato i duplicati che mi hanno mandato (finalmente) per email, gli ho dovuti ritornare per POSTA REGOLARE (Espresso), non accetano raccomandate, alla CP della CITI in Ingilterra. Ora a distanza di più di due settimane, la CITI sostiene di non avergli mai ricevuti …
    Inutile spiegare che senza soldi non si può vivere … spero che si possa migliorare questa situazione a breve. La civiltà di un paese si misura in quanto rispetta il suo poppolo. Non si può trattare i pensionati in qusto modo;

    un sincero VAFF****** sigg. politici, INPS e CITI Bank … dal profondo del cuore

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