Lanciato a Expo il ‘Manifesto per il made in Italy’. L’iniziativa è del gruppo Sanpellegrino che ha presentato un documento finalizzato a “fare sistema” per non lasciar cadere l’esperienza di Expo. Il documento affronta criticità e punti di forza dell’eccellenza della produzione italiana, con l’obiettivo di creare sinergie tra imprese per puntare sui mercati esteri. Il manifesto, sottoscritto nel corso di un evento a Expo dagli imprenditori dei più importanti settori del made in Italy assieme a Confagricoltura e Confartigianato, è stato consegnato ufficialmente al governo italiano, rappresentato per l’occasione dal sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto. Il manifesto rappresenta, secondo il gruppo, un’eredità dell’esposizione per la modalità di lavorare insieme, istituzioni e imprese. “Questo manifesto rappresenta la necessità di mettere a frutto le conoscenze maturate durante l’Expo e il valore creato attorno alle nostre eccellenze, per dare al made in Italy una prospettiva strutturale al sistema economico italiano”, ha sottolineato il presidente e amministratore delegato del gruppo Sanpellegrino, Stefano Agostini. Il decalogo ha l’obiettivo di difendere e favorire la trasmissione dei saperi produttivi di generazione in generazione, dare una visione globale alle eccellenze territoriali, creare sinergie tra settori affini e categorie complementari, per aumentare la competitività dell’Italia. Il documento chiama in causa anche le istituzioni. “Per vincere all’estero – si legge – il made in Italy deve presentarsi con una visione di insieme che promuova non le
singole imprese ma l’Impresa Italia”. Un capitolo è dedicato alla formazione, settore in cui devono aumentare gli investimenti. “Come Alta Gamma stiamo lavorando con il governo alla creazione di una scuola di arti e mestieri italiani – ha spiegato il presidente di Altagamma e di IllyCaffè, Andrea Illy – per colmare il gap di formazione che c’è in alcuni settori produttivi di eccellenza. Un progetto importante per creare sinergia tra settori affini”. Infine il capitolo fisco, burocrazia e visione strategica “handicap” che le istituzioni hanno il dovere di trasformare in punti di forza del mondo di fare impresa. Il governo italiano “per sostenere le imprese all’estero ha stanziato 260 milioni di euro – ha sottolineato il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto – e le previsioni per il 2015 per export italiano, sono per un +5,1 per cento. Il governo ha come obiettivo quello di portare il numero di imprese che esportano da 14 mila a 22 mila”. Tra i firmatari del ‘Manifesto per il made in Italy’ anche il presidente di Nautica italiana, Lamberto Tacoli, l’amministratore delegato di Nonino Distillatori, Antonella Nonino, l’ad di Boffi, Roberto Gavazzi, il vicepresidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti e il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti. (fonte: Ansa).
IL DECALOGO DEL “MANIFESTO PER IL MADE IN ITALY”
- Il Made in Italy è uno degli elementi fondante dell’identità culturale italiana
- Difendere e favorire la trasmissione dei saperi produttivi di generazione in generazione è il primo passo per valorizzare il nostro patrimonio identitario
- Creare valore attorno al Made in Italy significa dare una visione globale alle eccellenze territoriali
- Prendersi cura del Made in Italy significa soddisfare al meglio i bisogni immateriali della società: estetica, cultura, emozionalità, socialità
- Creare sinergie tra settori affini e categorie complementari è una strada non più rinviabile per aumentare la competitività del Made in Italy
- Fare sistema significa instaurare un rinnovato spirito cooperativo tra tutti gli attori politici, sociali, economici e imprenditoriali
- La sola difesa del Made in Italy non è più sufficiente: la percezione del valore passa dal racconto dell’arte del saper far tipica della creatività italiana
- Per vincere all’estero il Made in Italy deve presentarsi con una visione d’insieme che promuova non singole imprese ma l’Impresa Italia
- Aumentare gli investimenti in formazione e saper innovare significa ridurre il disallineamento con l’offerta emergente
- Fisco, burocrazia e visione strategica sono handicap che le Istituzioni hanno il dovere di trasformare in punti di forza del modo di fare impresa