Il ministro Martina: “Un filo collega Expo a Cop21 a Parigi”

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“C’è un filo che collega l’Esposizione universale di Milano a Cop 21 a Parigi”, afferma il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, alla vigilia del summit delle Nazioni Unite che punta a un nuovo accordo internazionale sul clima. In un

Maurizio Martina

Maurizio Martina

suo intervento sull’Huffington Post, Martina ricorda che “Secondo i ricercatori se la temperatura media globale aumentasse più di 2,5° ci sarebbe un calo netto della produzione agricola su scala globale. A 2° le produzioni di riso e mais in Paesi come la Cina e l’India vedrebbero una contrazione intorno al 5%. A fronte di una popolazione mondiale che tende alla crescita e che da qui al 2050 raggiungerà i 9 miliardi di persone. Sono queste le sfide che incrociano il tema della sicurezza alimentare, dei modelli agricoli futuri e della necessaria lotta al cambiamento climatico. Lo abbiamo sempre detto: c’è un filo che collega l’Esposizione universale di Milano a Cop 21 a Parigi. L’agricoltura e la produzione alimentare, infatti, sono tra i settori che maggiormente risentono di questi squilibri e proprio per questo a Expo il tema è stato al centro di moltissime giornate di lavoro e confronto. Ora dovrà essere protagonista anche dei lavori di Cop 21. Con questa consapevolezza con il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti saremo a Parigi il 7 dicembre con i temi e gli impegni della Carta di Milano. Quello che poniamo è un obiettivo chiaro: raggiungere un accordo che assicuri alla comunità internazionale un cammino coerente allo sviluppo di un’economia a basse emissioni di carbonio e compatibile col rispetto dell’obiettivo di contenere l’incremento della temperatura al di sotto di 2 gradi rispetto l’era pre-industriale. Cop 21 è l’occasione per un passo avanti cruciale in questa sfida, se si trova un’intesa su misure concrete, realizzabili e soprattutto sostenibili. Servono indirizzi chiari che si traducano nei singoli Stati in scelte operative che abbiano effetti di breve e di lungo periodo.Un traguardo ambizioso sul quale l’Italia sta già lavorando con scelte quotidiane. Non è un caso se la nostra agricoltura ha il 35% in meno di emissioni di gas serra rispetto alla media europea. Abbiamo scelto di investire oltre 3,5 miliardi di euro per aumentare la sostenibilità delle nostre imprese agricole con i programmi di sviluppo rurale fino al 2020 e nella Legge di stabilità abbiamo appena approvato un programma di sostegno all’innovazione del parco macchine, puntando su efficienza, sicurezza e basso impatto ambientale. Nella stessa ottica condivido l’appello di Slow Food che ho deciso di sottoscrivere, perché deve essere sempre più chiaro che l’agricoltura, le scelte di politica alimentare, devono essere protagoniste centrali della lotta al cambiamento climatico. Dobbiamo dare cointinuità al lavoro che su questi temi abbiamo portato avanti nei sei mesi straordinari di Milano, perché il futuro del Pianeta passa davvero da queste scelte”.

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