Non c’è solo l’Italia nel mirino di Bruxelles per violazione o mancata trasposizione delle regole europee. Nel mese di settembre la Commissione Ue ha adottato ben 220 decisioni. Tra queste 32 pareri motivati, seconda tappa della procedura di infrazione, e sei deferimenti alla Corte di Giustizia. Dall’ambiente al fisco, fino alla libera circolazione dei lavoratori, tutti i 28 Paesi sono chiamati a mettersi in regola. La Germania ha incassato un parere motivato perché non rispetta le norme del regolamento Reach sulla vendita di prodotti che contengono le cosiddette «miscele Mdi». La Francia è stata invece bacchettata per violazione dell’orario di lavoro dei medici ospedalieri che non deve superare le 48 ore settimanali, mentre l’Irlanda è finita sotto accusa perché ostacola l’attività delle agenzie di viaggio e operatori turistici degli altri Paesi Ue. La Spagna, invece, non ha comunicato tutte le misure necessarie per conformarsi alle norme europee sulle energie rinnovabili. Se non si adeguerà entro due mesi rischia il deferimento alla Corte di Giustizia del Lussemburgo. Questa sorte è toccata al Belgio per la discriminazione linguistica nell’accesso ai posti di lavoro nella funzione pubblica locale e per le norme fiscali in Vallonia sulle imposte di successione. (fonte: il Sole 24 Ore)