Riccardo Muti, che il 10 gennaio ha aperto all’Auditorium “Alfredo Kraus” di Las Palmas de Gran Canaria la 30a edizione del locale Festival di Musica alla guida della Chicago Symphony Orchestra, ha commentato con parole dure i tagli che la cultura sta subendo in Europa. “Quando Beethoven scrisse la Nona Sinfonia dovette resistere a un impresario che gli chiedeva se fosse proprio necessario aggiungere all’orchestra un coro e quattro solisti. Gli elementi aggiunti resero più costosa la realizzazione: la Nona fu un disastro economico, ma un grandissimo successo artistico. Se quell’impresario avesse convinto Beethoven a fare a meno di qualcosa, oggi non avremmo quel capolavoro” ha detto il maestro aggiungendo: “Azzittire la cultura significa abbrutire il popolo. Se togliamo ai nostri figli la possibilità di avvicinarsi all’arte, alla poesia, alla bellezza, in una sola parola alla cultura, siamo destinati a un futuro di gente superficiale e pericolosa. Per questo occorre difendere un settore che non esiste per dare dei profitti, ma per parlare direttamente alla gente. Sottolineo che un’orchestra sinfonica costa molto, ma molto meno di un giocatore di calcio” . Muti ha poi fanno un cenno alla lingua spagnola che essendo la seconda al mondo “ha la grande responsabilità di comunicare con un continente intero. Tutto il Sud America e gran parte dell’America del Nord parla spagnolo. E questo non significa solo supremazia di un idioma, bensì cultura spagnola, cultura europea, per non arrivare a dire cultura romana, latina”.