Ai sensi del regolamento europeo del 2011 sulle informazioni alimentari ai consumatori, qualsiasi ingrediente contenente nanomateriali deve essere etichettato: la Commissione europea ha ribadito questa esigenza nell’ottobre del 2015. Ma nessun alimento contiene queste indicazioni mentre il loro uso è all’ordine del giorno: i test hanno rivelato che i nanomateriali sono presenti nel nostro cibo, e che i produttori non stanno adempiendo all’obbligo di etichettarli. L’associazione ambientalista francese Agir pour l’environnement ha fatto analizzare una porzione di vitello William Blanquette Saurin, di gomme da masticare Malabar e di biscotti LU neapolitan, ognuno dei quali contiene biossido di titanio (l’additivo colorante E171), così come il mix di spezie utilizzata dal supermercato Carrefour nel suo guacamole, che contiene biossido di silicio (l’agente antiagglomerante E551).Tutti e quattro i prodotti contenevano nanomateriali che avrebbero dovuto essere classificati come ‘nano’ in base alle norme del regolamento sui nuovi prodotti alimentari. Questo definisce nanomateriale “qualsiasi materiale prodotto intenzionalmente di 100 nm o meno”. I risultati dei test hanno mostrato che le particelle inferiori ai 100 nanometri sono presenti nel 2,5% della gomma da masticare citata e nel 100% degli additivi nei prodotti alimentari. Rispetto alla totalità del prodotto, queste particelle sono presenti in basse concentrazioni, ma diversi studi dimostrano che le nanoparticelle si accumulano in alcuni tessuti del corpo e possono essere smaltite con difficoltà. Secondo Agir pour l’environnement, “queste sostanze creano rischi inutili per i consumatori, che non hanno modo di evitarle essendo privati del diritto di conoscerle. Poiché le nanoparticelle sono sempre più presenti nei beni di consumo, senza alcuna trasparenza, tracciabilità o regolamento, abbiamo urgente bisogno di una moratoria per evitare un altro scandalo di salute pubblica come quello che si è verificato nel caso dell’amianto”. Nel mese di settembre 2015 Friends of Earth Australia ha rivelato la presenza di nanoparticelle in un certo numero di prodotti alimentari, molti dei quali disponibili in Europa. Tra loro ci sono le M&Ms e le Mentos Pure Fresh. (fonte: Euractiv.it)