Nero Giardini: nuovi corner in Spagna e Francia

Monomarca, made in Italy, internazionalizzazione. Sono le tre leve su cui il marchigiano Enrico Bracalente sta costruendo la riscossa del marchio Nero Giardini, dopo aver perso 39 milioni di fatturato negli ultimi due anni e nel mezzo di una crisi della domandarussa e cinese che sta mettendo in ginocchio il distretto calzaturiero fermano-maceratese. I frutti li sta già raccogliendo: «Abbiamo chiuso il primo semestre con una

Enrico Bracalente

crescita dei ricavi superiore all’8% e contiamo di arrivare a fine anno alle due cifre, con oltre il 20% di export grazie alle aperture di corner in Francia e in Spagna», afferma l’amministratore unico della Bag Spa di Monte San Pietrangeli, che si prepara all’edizione anticipata del Micam di Milano (dal 31 agosto al 3 settembre) annunciando un ambizioso piano di sviluppo. «Nel giro di 3-5 anni vogliamo arrivare a mezzo miliardo di fatturato, tra i 400 milioni di vendite di calzature e accessori, con una forte accelerazione delle collezioni bambino e borse, e i 100 milioni della linea abbigliamento, che sta riscuotendo grande successo», anticipa Bracalente. Un raddoppio dei ricavi che andrà di pari passo con un raddoppio delle strutture produttive e dell’occupazione, con un effetto a cascata su tutto il distretto. Perché la scelta fatta dall’imprenditore fermano a fine anni 90 di non delocalizzare e investire sulla qualità 100% made in Italy ha fatto sì che attorno al brand si consolidasse una fitta rete di terzisti – dai locali calzaturifici uomo, donna e bambino alla conceria di Fucecchio (Firenze) fino ai produttori di abbigliamento in Val Vibrata – che oggi operano in partnership con la committente: sui 2mila addetti che danno vita alle creazioni Nero Giardini sono solo 400 i dipendenti diretti. «Noi formiamo i giovani da inserire nelle aziende partner e sempre più spesso, per assecondarne la crescita, acquistiamo i capannoni che affittiamo loro a cifre simboliche», precisa l’amministratore unico. Dietro al piano di sviluppo c’è la riorganizzazione della rete commerciale retail con l’obiettivo di arrivare a cento monomarca di proprietà (oggi sono 29, un’altra trentina i negozi in franchising) di cui 30% all’estero, partendo dai Paesi di Nord ed Est Europa, come Germania, Scandinavia, Inghilterra, Repubblica Ceca, Polonia. Cui saranno affiancati shop-in-shop all’interno delle catene Pittarosso, Scarpamondo, Marten’s, Promenade, Max Moda. Un ritorno a mete più vicine dove non occorre riassortire le collezioni per l’affinità di gusti e stili, in linea con la filosofia aziendale di passi commisurati alla gamba e di crescita tutta autofinanziata. «Abbiamo 70 milioni di capitalizzazione, 50 milioni di utili non distribuiti e investiamo in R&S una decina di milioni ogni anno», sottolinea Bracalente. (fonte: Ilsole24ore)

 

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