Nh Hotel rilancia anche in Italia

L’Italia è un caso esplicativo delle strategie Nh. «Abbiamo aumentato i volumi di business, abbattuto i costi, ridotto il debito e aumentato i ricavi per camera»: Federico Gonzales Tejera, Ceo di Nh Hotel Group, tra le prime catene alberghiere internazionali, racconta i risultati delle nuove strategie adottate per ristrutturare e riposizionare il gruppo che vuole diventare un vero e proprio “brand” globale dell’ospitalità. Come NH Collection Palazzo Barocci a Venezia, sul Canal Grande, aperto a giugno (foto sotto). Sempre in Italia, a settembre aprirà NH Collection Piazza Carlina a Torino, nell’ex palazzo che fu casa di Gramsci e dove è stato fondato il Pci e nel 2015 un altro hotel è previsto a Trento. NH Collection è la linea premium nella nuova segmentazione dei brand prevista nel piano. Hotel di punta, ubicati nelle principali città d’Europa e America. Subito sotto si collocano NH Hotels, alberghi cittadini a quattro stelle dall’ottimo rapporto qualità-prezzo. Un mondo a parte si sono ritagliati i boutique “nhow”, come il “nhow” di via Tortona, la zona fashion di Milano, hotel di design (foto sotto) con una personalità specifica. Infine, la gamma comprende Hesperia Resort, per vacanze in località prestigiose. Uno dei talloni di Achille del gruppo è stata l’eccessiva esposizione sui mercati che hanno avuto le peggiori performance durante gli ultimi anni, come l’Italia, appunto, e la Spagna. Eppure, anziché affrettarsi a cedere hotel poco redditizi, Tejera ha dato una accelerata al progetto di riposizionamento verso l’alto, sui target più promettenti. Settanta nuove aperture sono in cantiere, in mercati strategici per diversificare anche geograficamente il portafoglio. «Non più solo business ma anche turismo, vogliamo diversificare il portafoglio e bilanciare i fattori di stagionalità », afferma. Il passaggio chiave è avvenuto con la trasformazione delle quote di Intesa San Paolo che attraverso il conferimento delle azioni detenute in NH Italia ha partecipato all’aumento di capitale, salendo al 16% della partecipazione, di cui si accinge a cedere l’8 per cento al nuovo socio Hna, l’azionista cinese che attende le autorizzazioni dalle autorità del Dragone. Il gruppo che lo scorso anno aveva 256 milioni di capitale posseduto da diverse banche, ha ora una struttura finanziaria più snella, con un grosso flottante, e tre azionisti: Hna, Gruppo Hesperia e Intesa San Paolo. (fonte: Affari & Finanza di la Repubblica.it)

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