Ogm: saranno i singoli Stati a deciderne l’utilizzo?

Gli Stati membri dell’Ue avranno la possibilità di decidere se limitare o proibire l’uso di alimenti o mangimi prodotti con organismi geneticamente modificati (Ogm), anche se autorizzati a livello comunitario, sul proprio territorio. Questa, in sintesi, la proposta di legislazione messa sul tavolo dall’esecutivo Ue, molto attesa a Bruxelles. “La Commissione europea ha dato ascolto alle preoccupazione di tanti cittadini europei, riflesse nelle posizioni espresse dai loro governi nazionali”, ha spiegato il commissario europeo alla salute e sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis, in occasione della presentazione della nuova proposta di legislazione su alimenti e mangimi Ogm. Con le nuove regole, toccherà agli Stati membri giustificare le proprie scelte ‘ogm-free’ in linea con la normativa comunitaria, che include i principi del mercato interno e gli obblighi internazionali, fra cui le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). Le motivazioni nazionali dovranno basarsi su “ragioni legittime” diverse da quelle già valutate a livello Ue nel processo di autorizzazione a monte, come il rischio per la salute umana o animale o per l’ambiente. Questa proposta legislativa passerà ora al vaglio di Parlamento europeo e Consiglio Ue. Nell’Ue sono già 58 gli Ogm autorizzati come alimenti e mangimi (che includono mais, cotone, soia, colza, barbabietola da zucchero) e 17 domande di autorizzazione sono pendenti, dopo aver ricevuto parere positivo dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). L’Ue importa quantità importanti di mangimi biotech, e pochissimi alimenti. Secondo i dati, l’Ue necessita ogni anno di oltre 36 milioni di tonnellate di soia per gli allevamenti.

 

 

 

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