Omaggio a Sergio Leone a Los Albaricoques

Los Albaricoques, il  piccolo centro di Almeria dove sono stati girati numerosi film del genere Spaghetti-Western, ha reso omaggio a Sergio Leone (morto 25 anni fa) con la proiezione del film Per qualche dollaro in più (La muerte tenía un precio, titolo della versione spagnola). In questi assolati paesaggi del parco naturale della Sierra de Cabo de Gata, il grande regista italiano aveva ambientato pellicole cult come Per un pugno di dollari e Il buono, il brutto, il cattivo: alla metà degli anni Sessanta per circa un decennio il deserto di Tabernas diventò l’America dello Spaghetti Western e i set della cosiddetta Trilogia del dollaro e di “C’era una volta il West” rimangono ancora  più visitati dai turisti. Prima della proiezione del film, sabato 12 luglio, su un mega schermo all’aperto, sono state ricreate per gli spettatori scene del film, come il duello tra Lee Van Cleef, Clint Eastwood e Gian Maria Volontè. L’iniziativa, battezzata “Locos por el Spaghetti Western” era della Asociación Cultural Cabo de Gata-Níjar, insieme con il Comune di Níjar, per ricordare anche il grande sostegno economico alla zona che la produzione cinematografica riuscì a dare in quegli anni di grande miseria. Come evidenziò Alberto Dentice su l’Espresso nel reportage “Quei  turisti del West” del 2012:  “Nei primi anni in Almería oltre ai cavalli, al sole e alla sabbia c’era ben poco. La regione era stata tenuta da Franco in uno stato di miseria, si dice, perché non si era mai voluta veramente arrendere al regime. “Non c’erano infrastrutture, aeroporti, hotel, nulla. Solo un paio di pensioni, Simon e Fatima”, scrive nella sua biografia, Joaquím Romero Marchent, figura chiave per lo sviluppo dell’industria cinematografica locale. Eppure Giancarlo Santi, allora giovane e barbuto assistente di Leone rammenta i sei mesi trascorsi in Spagna nel 1966 a preparare “Il buono, il brutto e il cattivo”, come il periodo più bello della sua vita. Sono in molti a considerare gli anni vissuti in quell’iberico far west come una sorta di età dell’oro. Basti pensare, tanto per dare un’idea, che soltanto tra il 1966 e il ’67 furono più di 160 i film girati in Spagna. Il motivo fondamentale, come si diceva, oltre che alla qualità del paesaggio, era dovuta alla estrema economicità dei costi. A cominciare dai figuranti generici. “Il prezzo di una comparsa in Italia”, ricorda ancora Santi “era all’epoca di 50 mila lire al giorno, in Spagna bastavano 60 lire”. Per non parlare degli stuntmen: “Da noi la tariffa per ogni caduta era di circa 250 mila lire; i cascatori spagnoli con 300 mila ne facevano dieci”. In Almería inoltre abbondavano i cavalli. Quelli messi a disposizione di Sergio Leone dal sergente Augustin Medina erano appartenuti alla cavalleria di Francisco Franco e alcuni avevano addirittura partecipato alle riprese di “El Cid” e di “Lawrence d’Arabia”. E c’erano magnifici cavallerizzi, soprattutto gitani. Gli stessi che nel 1968 durante le riprese di “C’era una volta il West” improvvisarono il primo sciopero, per farsi aumentare la paga. E, a quanto ricorda Santi, la ottennero”.

 

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