Ore di lavoro e quanto si guadagna

Stando all’Ocse, in Spagna si lavora una media di 1.665 ore l’anno per uno stipendio di 26.770 euro. La produttività per ora di lavoro è salita a 40,4 dollari, contro i 36,4 che si registravano nel 2008. Il tasso di disoccupazione continua a dare le vertigini (23,4% al gennaio 2015), anche se la Commissione Europea stima un progresso a 20,7% entro il 2016. Le ore di lavoro pro capite registrate in Italia nel 2013 sono 1.752, risultato identico al 2012 e di poco inferiore alle 1.770 della media dei paesi associati all’istituto parigino. Nel nostro paese si macinano 263 ore in più della Francia, 341 ore in più della Danimarca, 344 ore in più della Norvegia, 364 ore in più della Germania e 372 ore in più della Olanda. In altre parole: un dipendente italiano spende in media 15 giorni solari all’anno in più al lavoro rispetto a un collega di Amsterdam, salvo guadagnare l’equivalente di 1,5 volte in meno (28.919 euro contro 42.491 euro, dati Ocse 2013). In “compenso”, è sempre l’Ocse a rilevare che il tasso di produttività del lavoro olandese è pari a 52,3 dollari Usa all’ora contro i 38,4 dollari che si registrano in Italia. La Francia conferma una media di 1.489 ore di lavoro pro capite l’anno, in leggera discesa rispetto al picco di 1.507 ore del 2008. Lo stipendio resta superiore alla media dei cugini del sud Europa (35.574 euro), con la marcia in più di una produttività identica a quella del mercato tedesco: 50,9 dollari per ora lavorata secondo l’Ocse, in aumento continuo dalla crisi ad oggi. Meno rassicurante il mercato del lavoro in sé, visti i record – alla rovescia – che hanno turbato i sogni di Hollande: solo a ottobre il totale di disoccupati ha raggiunto la cifra record di 3,46 milioni di unità. Lavorare di meno, lavorare meglio. È l’equazione che permette alla Germania di registrare una tra le medie di ore lavorate più basse d’Europa: 1.388 nel 2013, in diminuzione dalle 1.393 del 2012 e le 1.405 del 2011. I dipendenti viaggiano su una retribuzione media annua di 35.943 euro, a fronte di uno tra i sistemi più elastici nella bilancia vita privata-vita d’ufficio: un calcolo Ocse stima che i lavoratori tedeschi dedichino una media il 64% della giornata, o 15,3 ore, alla cura di sé (sonno, hobby, attività extralavorative). Viceversa, solo il 6% della forza lavoro si presta ad orari più lunghi del dovuto contro una media Ocse del 9%. Risultato? Produttività per ora lavorata di 50,9 dollari l’ora, uno tra gli standard più elevati dell’Euro-zona. Seconda solo al Messico su scala Ocse, la Grecia si conferma il paese europeo con più ore di lavoro sulle spalle: 2.037 nel 2013, in leggerissimo rialzo dalle 2.034 di un anno prima. Per intendersi: quasi 300 ore in più della 1.770 della media Ocse, 649 più della Germania e 657 più dell’Olanda, nazione che vanta il primato europeo nel rapporto tra ore di ufficio e retribuzione. Atene eccelle in senso inverso: il surplus quantitativo di lavoro è “premiato” da uno stipendio medio di appena 18.495 euro l’anno, in ulteriore calo dai 19.766 euro del 2012. Poco più della metà di una media tedesca che sfiora i 36mila euro. (fonte: Il Sole24Ore)

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>