Otto diplomatici italiani su dieci sono uomini. Fra i 23 funzionari del ministero degli Esteri che ricoprono il rango di ambasciatore, soltanto due sono donne (l’8,7%). Ancora peggio, in percentuale, la quota di ministri plenipotenziari (appena 15 su 177, il 7,8%). Il dato migliora, ma non di moltissimo, nei ruoli più bassi della carriera: sono donne il 15,3% dei consiglieri d’ambasciata, si sale al 25,1% tra i consiglieri di legazione e al 31,7% tra i segretari di legazione. Del resto il personale femminile nella diplomazia è un fatto relativamente recente: fino al 1967, cinquant’anni fa, infatti, il concorso era aperto soltanto agli uomini.
E per giustificare un’evidente discriminazione, il ministero spiegava che, come per la magistratura, le donne erano escluse perché si presumeva che avessero meno equilibrio mentale degli uomini. I dati sono emersi durante il Change the World Model United Nations 2016 che, per il terzo anno di fila, si è svolto alla New York University di Abu Dhabi-Dubai. Il 45% dei partecipanti – studenti provenienti da tutto il mondo che sperano un giorno di diventare ambasciatori o di percorrere una luminosa carriera diplomatica – sono donne. Per una settimana i partecipanti al Cwmun simulano negli Emirati il meccanismo e le dinamiche di funzionamento delle Nazioni Unite. Il prossimo appuntamento del Cwmun è fissato il prossimo marzo a New York, quando migliaia di ragazzi provenienti da 90 paesi invaderanno il Palazzo di vetro dell’Onu e siederanno per un giorno nella sala più importante del mondo, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Per l’occasione l’associazione I diplomatici ha riservato 150 borse di studio a studenti particolarmente meritevoli. Le domande devono essere presentate entro il 20 novembre (per informazioni www.diplomatici.it) e permetteranno di partecipare al laboratorio dal titolo Africa in motion: migrations, economic growth and conflicts. (fonte. La Repubblica).