Piccoli “mostri” nei vestiti dei bambini

Una nuova ricerca di Greenpeace evidenzia le sostanze chimiche potenzialmente dannose che sono state trovate in vestiti e calzature per bambini. Nel rapporto “Piccoli mostri nell’armadio”, realizzato nell’ambito della campagna “DeTox” di Greenpeace, i ricercatori hanno analizzato 82 capi d’abbigliamento e calzature di 12 grandi marchi (American Apparel, C&A, Disney, GAP, H&M, Primark, Uniqlo, LiNing, Nike, Puma, Burberry), prodotti tra maggio e giugno scorso. “I test – spiega l’associazione – mostrano che non vi è grande differenza tra le concentrazioni di sostanze chimiche nei vestiti per bambini, gruppo che è più vulnerabile all’inquinamento, rispetto a quelle riscontrate nei vestiti per adulti”. Secondo il report di Greenpeace “tutti i marchi testati hanno almeno un prodotto nel quale sono state rilevate sostanze chimiche potenzialmente pericolose”. In particolare sono stati trovati “Pfoa, ftalati e nonilfenoli etossilati; interferenti endocrini, sostanze che, una volta rilasciate nell’ambiente, possono avere potenzialmente effetti dannosi sul sistema riproduttivo, ormonale o immunitario”. Si tratta di “un vero incubo per i genitori che desiderino comprare vestiti che non contengano sostanze chimiche pericolose – afferma Chiara Campione, responsabile del progetto The fashion duel di Greenpeace Italia -. Questi ‘piccoli mostri chimici’ li troviamo ovunque, dai vestiti di lusso a quelli più economici, e stanno contaminando i nostri fiumi da Roma a Pechino”. “Grazie alla pressione dei genitori e dei consumatori in tutto il mondo, alcuni dei maggiori marchi hanno già aderito all’impegno Detox che abbiamo proposto loro, e molti di loro hanno già iniziato un percorso orientato alla trasparenza e all’eliminazione delle sostanze tossiche dalla loro filiera, ma non basta” spiega Campione. La Cina rimane il maggior produttore al mondo di tessile e Greenpeace chiede “al governo di bandire le sostanze pericolose dall’industria”. L’associazione chiede a tutte le imprese di riconoscere “l’urgenza e di comportarsi da leader sulla scena globale, impegnandosi a non rilasciare sostanze chimiche pericolose entro il 1 gennaio 2020″. Dal lancio della campagna di Greenpeace ‘Detox’ nel luglio 2011, “18 importanti aziende del settore dell’abbigliamento, tra cui Valentino, Mango e Zara, si sono già impegnate pubblicamente”.

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