Povertà in aumento

ansa - lavoro - Un ragazzo davanti a una agenzia interinale, in una foto del 31 maggio 2010. Sarà un autunno nero per l'occupazione: anche se l'emorragia dei posti di lavoro registra un rallentamento, il saldo a fine 2011 per le imprese con almeno un dipendente (circa 1,5 milioni) mostra ancora il segno meno: 88mila i posti in uscita - dice Unioncamere - pari a un calo dell'occupazione dipendente dello 0,7%. Più a rischio il lavoro nelle piccole e medie imprese e, a livello geografico, è il Sud a mostrare un deciso affanno. Nel 2010 il saldo negativo era stato di 178mila unità, -1,5%. Peggio ancora era andata nel 2009, anno clou della crisi: 213.000 i posti bruciati, pari a -1,9%.               ANSA/ FRANCO SILVI

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Nel 2019, tra gli Stati membri dell’Ue, la quota più elevata di occupati a rischio di povertà è stata registrata in Romania (15,7%), seguita da Spagna e Lussemburgo (rispettivamente 12,7 e 12,1%). L’Italia si colloca in quarta posizione (11,8%), nonostante la lieve riduzione pari a 0,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente. È quanto si legge nella memoria trasmessa dall’Istat alla Commissione lavoro del Senato nell’ambito delle audizioni sul salario minimo. In Finlandia si registra il valore più basso (2,9%). In base ai dati del 2018 nel settore privato extra-agricolo le posizioni lavorative «a bassa retribuzione»,  quelle cioè con retribuzione oraria inferiore ai 7,66 euro lordi – sono circa il 6% del totale delle posizioni e si concentrano tra gli apprendisti (tra i quali rappresentano oltre il 28%) e gli operai (il 7,1%). Fonte: Ansa

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