Reperti antichi di Pompei venduti anche in Spagna

Trafugavano reperti antichi dal sottosuolo dei siti archeologici di Pompei, Cales, Paestum e Pozzuoli, e li rivendevano sul mercato illegale. Un’organizzazione criminale che aveva la testa in Campania, tra le province di Caserta e Napoli, e ramificazioni in Italia e all’estero, è stata sgominata : tra tombaroli e ricettatori, sono finiti nella rete dell’operazione “Dedalo”, 18 persone, residenti tra le province di Caserta, Napoli, Frosinone e Latina. L’indagine parte nell’estate del 2011, quando i carabinieri della locale stazione e quelli della Compagnia di Capua, scoprono che nel sito archeologico dell’Antica Cales i tombaroli sono tornati in azione. Appostamenti notturni, intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e osservazioni “sul campo”, ricostruiscono l’estesa filiera di ricettatori, tombaroli, restauratori e spedizionieri. «Nel corso delle indagini – ha spiegato Raffaella Capasso, procuratore di Santa Maria Capua Vetere – ci si è resi conto che gli scavi dei tombaroli avvenivano anche in altri siti archeologici, tra cui Pompei, Paestum e Pozzuoli e che i reperti avevano una rete di acquirenti in Italia ma anche all’estero e soprattutto in Spagna e Stati Uniti». Nelle perquisizioni effettuate nelle case degli indagati, i carabinieri hanno recuperato oltre 1500 reperti archeologici di diversa natura, ma anche numerosi reperti contraffatti che venivano venduti come originali, per un valore complessivo di oltre 2 milioni e 500 mila euro. Tra i reperti recuperati ci sono affreschi trafugati nell’area della “Civita Giuliana” a Pompei, a cui i tombaroli erano arrivati scavando nel giardino di un’abitazione. Lo scavo portava a un ambiente di una villa romana le cui quattro superfici affrescate erano già state rimosse. (fonte: la Repubblica)

 

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